Slow Wine esclude cantine che usano diserbanti chimici di sintesi. La guida Slow Wine 2025, pubblicata da Slow Food Editore, è giunta alla sua quindicesima edizione.
Disponibile online e in tutte le librerie dal 23 ottobre, la guida si presenta non solo come un prezioso strumento che racconta in modo puntuale la realtà vitivinicola italiana, grazie all’apporto di 252 collaboratori sparsi in tutta la penisola, ma cerca di pungolare il settore verso una transizione ecologica essenziale alle quale tutti siamo chiamati a impegnarci, e di cui il comparto può e deve farsi promotore.
È in questa direzione che va un’importante novità della Guida 2025: «Abbiamo voluto – spiega Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia – non recensire le aziende che utilizzano il diserbo chimico. Una scelta coraggiosa e fortemente politica, in linea con quanto Slow Food sostiene da tempo in difesa di un approccio sostenibile alla viticoltura.
Una scelta che allinea i progetti intorno ai valori del Manifesto del vino buono, pulito e giusto, come la Slow Wine Coalition e la Slow Wine Fair.
Oggi, Slow Food parla di vino con una sola voce, per mettere al centro il tema della viticoltura come strumento di tutela del suolo e della biodiversità. Che bandisce la chimica di sintesi e valorizza chi adotta metodi di produzione che rispettano i cicli naturali e salvaguardano le risorse come l’acqua, il suolo, la materia organica e l’aria. Che rispetta l’ambiente, la salute dei consumatori e la bellezza del paesaggio. Per un futuro che inizia dalle nostre scelte».
Su questa linea Giancarlo Gariglio, curatore della guida Slow Wine, che, a proposito delle critiche di chi sostiene sia un errore non usare chimica di sintesi nei filari, puntualizza: «Svariati enologi e alcuni produttori, ultimamente, hanno fatto dichiarazioni pesantemente contrarie alla coltivazione in regime biologico, criticandone i risultati e mettendo in dubbio i protocolli. Penso siano affermazioni semplicistiche che non evidenziano il problema principale: si è piantato troppo e anche in zone non vocate. Proprio questa tendenza obbliga all’uso di prodotti di sintesi per difendersi dalle malattie fungine, mentre nei territori più adatti alla viticoltura i risultati del biologico sono molto più confortanti.
Pertanto, è più giusto affermare che se si propone un modello industriale e produttivistico della coltivazione di uva è sconsigliato il biologico, al contrario se si preferisce produrre vini di alta qualità e artigianali allora rame e zolfo, uniti a un’agronomia di precisione, sono prodotti eccezionali.
Visto che il vino non è un prodotto essenziale per la vita dell’uomo, direi che sia decisamente meglio se lo realizziamo con maggior cura, più buono e con un minor impatto ambientale e non piantiamo uva dappertutto solo per mera speculazione finanziaria, per ritrovarci poi a dire che il biologico non funziona».
Il mercato chiede vini di pronta beva, ma il clima la pensa diversamente
Gli appassionati desiderano vini meno alcolici e di pronta beva?
Come la crisi climatica incide sulle uve e quindi sui vini?
I vignaioli come possono realizzare vini contemporanei senza snaturare il territorio e i vitigni da cui ricavano le proprie bottiglie?Molte cantine guardano al mercato statunitense con preoccupazione rispetto alla crescente richiesta di vini con meno alcol.
«Ma meno non significa che il vino sia inferiore, significa cercare più finezza. Un paese di 345 milioni di persone ha una diversità di palati, generazioni, idee, usi e finanze. Ciascuno di questi fattori incide sulle abitudini dei consumatori. Ciò che è popolare a New York City non è sempre lo stesso a Houston. La ricerca di vini non così “bombastici” non ferma di certo il mercato, sono sempre apprezzati intensi Cabernet Sauvignon della Napa Valley, Super Tuscan, ma anche Barolo e Barbaresco tradizionali. L’equilibrio è la chiave.» sottolinea Jeff Porter, sommelier e giornalista, che esorta i numerosi produttori presenti a sperimentare. «Fate il vino della vostra regione, restate fedeli alla tradizione e condividete il vostro terroir con il mondo. Ma perché non sperimentare e divertirvi anche un po’? L’importante è non far passare un vino per qualcosa che non è».
«Dal calice più semplice a quello più pregiato, dal Conegliano allo Champagne, dal Chianti Classico all’Amarone, passando da Loira, Borgogna, Bordeaux e Mosella: non abbiamo una carta dei vini, ma uno scaffale da cui attingere, assaggiare e sperimentare, con una selezione che cerca di soddisfare una clientela eterogenea come quella milanese. Oggi, purtroppo – o per fortuna – il cambiamento climatico richiede maggiori accortezze, sia nella coltivazione che nelle fasi successive della produzione. Dobbiamo far comprendere questo ai nostri avventori, trasmettendo una cultura del vino più attenta a questi temi» sottolinea Luca Sarais, enotecario di Cantine Isola.
Proprio per andare incontro a un mondo come quello del vino, che evolve sia nelle modalità produttive che nel gusto dei consumatori, Slow Wine 2025 esordisce con i Best Buy, il nuovo riconoscimento che sostituisce il Vino Quotidiano.
La guida segnala una selezione di Top Wine che, nelle rispettive denominazioni e tipologie, offrono un prezzo eccezionale.
«Non si tratta solo di una novità tecnica che pone la guida al passo con i tempi. Proporre il miglior vino al miglior prezzo vuol dire dare una indicazione utile e accessibile a tutti i lettori che cercano un riferimento per orientarsi nel mondo della vitivinicoltura pulita e sostenibile. Una segnalazione quindi non puramente estetica, ma che ha radici molto lontane: nel Manifesto di Slow Food dell’89, scritto dai nostri padri fondatori, si parla di diritto al piacere. Un diritto che per noi è fondamentale, ma deve essere per tutti. Da qui nasce la nostra idea di segnalare vini per noi buonissimi dal punto di vista organolettico, Top Wine che però allo stesso tempo hanno un prezzo più accessibile. E con piacere stiamo notando che le cantine che lo hanno ricevuto lo stanno promuovendo, quindi è stata una novità apprezzata, in primis dai produttori» evidenzia il curatore della guida Giancarlo Gariglio.
I Best Buy segnano un passo importante nell’evolversi della guida che in 15 anni ha intercettato tendenze ma anche stimolato i produttori a lavorare non in antitesi con la natura, ma seguendone segnali e ritmi.
Lo testimonia l’altra novità importante di Slow Wine 2025: «Il prerequisito per essere in guida è stato per la prima volta la scelta di non utilizzare il diserbo chimico in vigna. Credo sia un passo importante verso un diverso rapporto tra vino e ambiente, in cui la natura non è un elemento da proteggere soltanto. È necessario creare una relazione armonica con la natura, per far sì che dalla sua tutela nascano benefici economici per chi pratica l’agricoltura. Aver mantenuto lo stesso numero segnalazioni dell’edizione scorsa, circa 2000 cantine con 144 novità, indica che il settore sta già rispondendo alla necessità di produrre vini buoni, puliti e giusti, che guardano al futuro delle prossime generazioni con ottimismo» sottolinea Federico Varazi, vice presidente di Slow Food Italia ricordando il manifesto Slow Food per il vino, già sottoscritto da migliaia di produttori in tutto il mondo, entrati così a far parte della Slow Wine Coalition.
A ricordarci il prossimo appuntamento con i vini buoni, puliti e giusti è Domenico Lunghi, direttore Manifestazioni Food & Beverage, BolognaFiere Spa, che ospita la quarta edizione della Slow Wine Fair, dal 23 al 25 febbraio 2025, in una inedita sinergia con SANA Food tesa a rafforzare l’identità dei due eventi. Una contemporaneità non casuale che, ancor più che nelle passate edizioni, farà della manifestazione la fiera italiana maggiormente focalizzata sulla produzione biologica, con l’obiettivo dichiarato di rivitalizzare il suolo e di trasmetterlo alle future generazioni più sano e meno inquinato.
La guida Slow Wine 2025 è stata dedicata da tutti i collaboratori a Paolo Camozzi, storico vice curatore, prematuramente scomparso quest’anno. Dedica accolta con un sentito e commosso applauso da tutti i produttori.
I numeri di Slow Wine 2025
25.700 vini assaggiati
1185 cantine che praticano agricoltura biologica/biodinamica certificata o sono in conversione
144 nuove cantine in guida
245 Chiocciole, le cantine buone, pulite e giuste
183 Bottiglie, le cantine i cui vini esprimono un’eccellente qualità organolettica
59 Monete, le cantine i cui vini hanno un ottimo rapporto qualità-prezzo
177 locali del Bere Slow
277 video delle visite in cantina visualizzabili attraverso il QR Code
448 cantine che offrono ospitalità
488 cantine che offrono ristoro
973 cantine che offrono lo sconto del 10% sull’acquisto dei vini
La presentazione della guida è resa possibile grazie al supporto di Reale Mutua, Bormioli Luigi, Winterhalter, Decolab, Demeter Italia, Estal, Gruppo Saida, Pulltex. In collaborazione con FISAR.