Dispositivi di Accumulo Elettrochimico nei Sistemi Elettrici: giro d’affari di oltre 4 mld di euro annui nel 2020. Il mondo dell’energia elettrica sta vivendo una fase di profondo cambiamento, iniziata da più di un decennio con la liberalizzazione del settore e proseguita poi con la notevole e crescente diffusione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, in risposta ad un’esigenza di rendere più sostenibile la produzione e la fruizione del bene energia elettrica, vero motore prima della società industriale ed oggi di quella digitale.
La non programmabilità degli impianti da fonti rinnovabili, quali fotovoltaico ed eolico, e la loro capillare diffusione anche sulle reti di distribuzione in media e bassa tensione stanno inducendo ad un forte ripensamento sui criteri di pianificazione ed esercizio dei sistemi elettrici di potenza e ad un coinvolgimento sempre più spinto dell’utenza diffusa passiva, attiva o mista nell’attività di conduzione delle reti elettriche.
Parallelamente si è assistito ad una rapida evoluzione tecnologica dei sistemi di accumulo elettrochimico di energia, basati su tecnologie solide e largamente diffuse, quali quelle a base litio e a base sodio, che si sono dimostrate in grado di rispondere in modo efficace a queste nuove richieste.
Tali sistemi divengono quindi facilitatori dell’integrazione in rete delle fonti rinnovabili, fotovoltaico ed eolico, accanto ai tradizionali approcci e soluzioni tecnologiche. Affrontare oggi, in occasione della definizione della Strategia Energetica Nazionale, una nuova fase dello sviluppo dell’infrastruttura elettrica del paese significa poter contare su uno strumento nuovo, che affiancando i sistemi e i componenti conosciuti, amplia la gamma di soluzioni volte a rispondere alle mutate condizioni di generazione, trasmissione, distribuzione e consumo.
L’Europa a livello mondiale e l’Italia a livello europeo sono i primi interpreti dell’obiettivo di maggior sostenibilità ambientale della produzione elettrica, conseguibile attraverso l’impiego delle fonti rinnovabili ed infatti per primi stanno volgendo la propria attenzione all’impiego dei sistemi di accumulo elettrochimico. Tali sistemi possono peraltro svolgere un ruolo ampio anche nel cogliere obiettivi di maggiore efficienza nella trasmissione e distribuzione di energia quali essere strumenti di un nuovo paradigma di generazione diffusa e autoconsumo.
Il tema cardine dei sistemi di accumulo elettrochimico consiste nel passare da una produzione per piccoli lotti legati a progetti dimostrativi ad una produzione massiva, cosa che consentirebbe un repentino abbassamento di costo.
Oltre a ciò la fase di ricerca e sviluppo per conseguire soluzioni tecnologiche di accumulo efficienti ed affidabili non può dirsi conclusa, ed è necessario un notevole sforzo, per giungere al livello utile a rendere i benefici conseguibili dagli operatori del mercato elettrico. L’iniziativa promossa dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG), consistente nel supportare progetti pilota in dispositivi di accumulo da parte dei gestori delle reti di trasmissione e distribuzione, basata su una remunerazione maggiorata dell’investimento, appare una delle possibili soluzioni per sostenere l’ulteriore fase di ricerca e sviluppo, necessaria alla messa a punto di soluzioni tecniche efficienti ed economicamente competitive.
Allo stesso fine sarebbe opportuno indirizzare l’utilizzo dei fondi strutturali dedicati (come il POIN energia) e di fondi allocati per la ricerca e lo sviluppo tecnologico (nazionali e comunitari) sia in chiave di riprogrammazione delle misure correnti aventi ancora capienza inutilizzata, sia soprattutto in chiave di progettazione delle misure per il periodo di programmazione 2014-2020.
Altre possibili vie sono quella dell’incentivazione diretta o indiretta alla generazione da rinnovabile abbinata all’autoconsumo (residenziale o industriale). Il tutto in un’ottica di valorizzazione della filiera italiana attraverso un’attenta programmazione coordinata delle politiche industriali con quelle energetiche e di attrazione di investimenti esteri.