Contro lo spreco alimentare nelle mense scolastiche ed aziendali. PlanEat, l’azienda innovativa pioniera sul tema della prevenzione dello spreco, ha condotto un esperimento nella mensa scolastica di una scuola in provincia di Pavia con risultati molto positivi: grazie alla pianificazione e al coinvolgimento attivo di genitori e bambini è stato prodotto in media il 20% in meno di cibo e si è registrato un calo fino al 50% di minori sprechi in sala.
La lotta allo spreco alimentare entra ufficialmente nel quadro normativo europeo
Con la nuova direttiva che modifica la 2008/98/Ce, l’Unione europea introduce per la prima volta obiettivi giuridicamente vincolanti da raggiungere entro il 2030: riduzione del 30% dello spreco generato da famiglie, ristorazione e commercio al dettaglio e del 10% per l’industria e la trasformazione. Una sfida enorme se si considera che oggi un decimo del cibo disponibile in Europa finisce sprecato, con un costo superiore a 130 miliardi di euro l’anno, mentre 37 milioni di cittadini non possono permettersi un pasto di qualità ogni due giorni.
Se Bruxelles indica la strada, in Italia c’è già chi ha iniziato a percorrerla e offre soluzioni. PlanEat, società benefit lombarda fondata nel 2020 dal fisico Nicola Lamberti, ha fatto della lotta allo spreco alimentare il cuore del proprio modello di business, puntando su due leve principali: la pianificazione dei pasti (per la spesa domestica, le pause pranzo aziendali e le mense) e la tecnologia digitale come strumento per misurare, monitorare e prevenire la dissipazione delle eccedenze.
Planeat ha pubblicato i risultati di un progetto pilota per il taglio degli sprechi nelle mense scolastiche che dimostra come con pochi accorgimenti si possa arrivare a tagliare della metà gli avanzi in un settore -quello della ristorazione nelle scuole – davvero molto inefficiente.
In generale in Italia, infatti, lo spreco medio nelle mense varia dai 33 ai 160 grammi per studente a pasto, pari al 15–30% del servito. Inoltre il 15% del cibo cucinato non arriva mai in sala, restando scarto di cucina e a finire più spesso nel cestino sono pane, frutta, verdura, minestre e legumi.
Non va molto meglio negli altri paesi Europei: in Spagna gli alunni della primaria sprecano tra 40 e 100 grammi a pasto (12 milioni di chili l’anno), in Svezia tra 23 e 39 grammi; nel Regno Unito lo spreco varia tra 9 e 17 grammi. (*Fonti)
Il progetto Mensana di Planeat: una rivoluzione gentile
Il progetto MenSana è frutto di un bando PNRR promosso da OnFoods, un partenariato che coordina il lavoro di 26 organizzazioni pubbliche e private verso la ricerca scientifica e l’innovazione sostenibile dei sistemi alimentari. Le azioni del bando sono state coordinate dall’Istituto universitario di Studi Superiori (IUSS) di Pavia, sotto la guida della Professoressa Giulia Mattavelli, assieme alla cooperativa La Rosa dei Venti – che ha preparato i pasti e gestisce la mensa della scuola di Borgarello – rappresentata da Giacomo Fontana e PlanEat Scuola, la divisione creata ad hoc da PlanEat, società benefit nata per combattere lo spreco, proponendo un nuovo modo di fare la spesa che si fonda sulla programmazione e sui kit di ingredienti freschi, lavati, pesati e porzionati e pronti da cucinare.
Durante tutto il progetto durato tre mesi, ogni giorno i genitori hanno potuto scegliere per il proprio bambino tra due proposte completamente intercambiabili dal punto di vista nutrizionale: dunque era possibile selezionare tra due primi, due secondi e due contorni. Il concetto alla base mirava a far sì che i bambini, scegliendo quantità e tipologia del piatto, fossero più propensi a consumare anche alimenti finora rifiutati. Il progetto, inoltre, ha incluso un sistema di monitoraggio dello spreco alimentare mediante una bilancia che pesava il cibo avanzato.
Meno sprechi in cucina e in sala, maggior gradimento dei pasti e coinvolgimento positivo delle famiglie
Durante il periodo di test, il progetto MenSana ha coinvolto 159 alunni della scuola dell’infanzia (56) e primaria (103) di Borgarello. 155 studenti hanno scelto volontariamente di aderire e 152 hanno utilizzato la piattaforma Planeat Scuola almeno una volta, pari al 95% degli alunni iscritti e al 98% dei registrati. La partecipazione è stata completamente facoltativa, senza obblighi né costi aggiuntivi.
I risultati sono stati immediati: confrontando una settimana con la piattaforma Planeat Scuola e una senza, lo spreco di cibo si è ridotto del 52%, passando da 52,28 kg a 20,18 kg di avanzi. Le verdure sono risultate la categoria più sprecata, ma grazie all’introduzione della porzione “assaggio” – utilizzata da molte famiglie per insalata verde, erbette e carote al vapore – il comportamento alimentare è cambiato, favorendo una maggiore apertura verso quel piatto e azzerandone lo spreco. Le ricette più apprezzate, con minor scarto registrato, sono state uova al pomodoro, fagiolini al vapore, uova strapazzate, tomino alla piastra, pasta al pesto rosa, polpette di merluzzo.
Il grado di personalizzazione è stato molto elevato: il 90% degli utenti (138 su 152) ha modificato almeno una volta le porzioni, scegliendo tra assaggio, mezza porzione o zero porzione. Complessivamente, durante il progetto, l’82,3% dei piatti cucinati è stato pianificato, suddivisi così: 65,5% porzioni standard, 9,4% assaggi, 16,3% mezze porzioni e 8,9% piatti non cucinati perché esclusi in fase di scelta.
Oltre al risparmio sugli avanzi, la piattaforma PlanEat Scuola ha portato un beneficio a monte: 20% di cibo in meno prodotto in media, con un taglio del 13% nei primi, del 13% nei secondi e del 35% nei contorni, traducendosi in minori consumi di materie prime ed energia. La piattaforma ha inoltre migliorato la gestione delle diete speciali e delle intolleranze, automatizzando la comunicazione e riducendo gli errori, con un impatto positivo sull’inclusione.
Infine, la piattaforma messa a punto da PlanEat Scuola per Mensana ha dimostrato la sua scalabilità: la piattaforma digitale, basata su processi standardizzati (prenotazione pasti, scelta porzioni, tracciamento QR code), può essere applicata a scuole di dimensioni diverse, da piccoli istituti a grandi realtà. L’esperienza pilota ha mostrato che la tecnologia gestisce senza difficoltà centinaia di utenti contemporanei e che il modello organizzativo è replicabile in altri contesti senza modifiche sostanziali.
“PlanEat Scuola non è solo una piattaforma tecnologica, è un cambio di paradigma – spiega Nicola Lamberti, CEO e founder di PlanEat – Si tratta di cucinare ciò che serve davvero, garantendo sempre il diritto al pasto, ma evitando di produrre ciò che inevitabilmente finirebbe nei rifiuti. Per questo dobbiamo fare anche un appello alle istituzioni: chiediamo che nei bandi di gara della ristorazione collettiva scolastica venga fatta chiarezza su questo punto e si consenta di produrre anche meno della porzione standard, se la richiesta dell’utente è leggermente inferiore. Offrire il diritto al pasto secondo le linee guida del Ministero (grammature e menu) è importante, ma anche collaborare attivamente in un’attività di sensibilizzazione e dare la possibilità di adottare sistemi che permettano di cucinare in base alle scelte effettive. Una norma semplice, che coniugherebbe sostenibilità economica, ambientale ed educativa. Con PlanEat, lo spreco alimentare non è più una fatalità: diventa una scelta che possiamo evitare, e una lezione che possiamo insegnare già ai più piccoli.”
Giulia Mattavelli: “I dati raccolti ci dicono che le famiglie sono attente alle tematiche che riguardano lo spreco alimentare e anche i bambini sono sensibili al problema. Spesso però si sentono impotenti e non sanno come interagire con le istituzioni per promuovere nuove pratiche. La partecipazione a progetti con obiettivi comuni aumenta l’inclusività e la consapevolezza che le azioni di tutti sono importanti per promuovere il cambiamento. Una maggiore inclusione nelle decisioni alimentari si associa a maggiore attenzione per lo spreco alimentare e a una dieta più sana che viene apprezzata anche dai bambini. La giusta strada per migliorare la salute e l’ambiente”
PlanEat è una piattaforma innovativa che realizza un nuovo modo di fare la spesa sostenibile per l’ambiente, per l’economia del territorio e per la salute. Nata a marzo 2020 dall’iniziativa dell’imprenditore Nicola Lamberti (già fondatore di 7Pixel e Trovaprezzi), PlanEat è una Società Benefit partecipata da StarTIP, Mercurio Holding e HB4. La società integra nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera.
Attraverso il sito e tramite l’app PlanEat, gli utenti possono fare la spesa alimentare in modo semplice e veloce, partendo dalle ricette e ricevendo a casa tutti gli ingredienti pronti per la preparazione, pesati e divisi in contenitori compostabili (presto sostituiti da contenitori lavabili e riutilizzabili): non si spreca cibo e non si producono rifiuti da packaging.
Il meccanismo premiante è quello della pianificazione che permette di ottimizzare risorse e, quindi, di ridurre sprechi di tempo ed energia, impattando sempre meno sull’ambiente: dal suo lancio PlanEat ha finora gestito circa 450.000 ordini (di cui 410mila con il servizio aziende e 40 mila con le spese dei clienti privati) e “salvato” 72 tonnellate di cibo.
Il servizio aziende si integra completamente nella filosofia di PlanEat: i dipendenti possono scegliere ogni giorno il loro pasto tra 50 piatti freschi che variano tutte le settimane, e riceverlo comodamente (previa ordinazione entro le 11 del giorno prima) in ufficio.
Tra i clienti aziendali di PlanEat: Bending Spoons, AstraZeneca, SeaVision, Galbusera.

















