Le opinioni dei manager italiani expat. Manageritalia rileva che per oltre 500 manager expat, la sostenibilità sociale e ambientale, oltre all’innovazione, sono i principali fattori su cui investire per vincere la sfida dei mercati interni e internazionali
Quali sono le azioni da intraprendere per favorire una compiuta transizione ecologica nel Paese?
Quali le best practice per accendere l’attenzione di imprenditori e manager sui temi della sostenibilità, vero volano per la crescita e lo sviluppo dell’economia e delle imprese?
A queste e a molte altre domande ha risposto “The Power of Sustainable Business”, l’incontro organizzato da Kilpatrick, società internazionale di Executive Search in collaborazione con Manageritalia.
A confrontarsi sul tema sono stati: Pierroberto Folgiero CEO di Fincantieri – Cristina Spagna CEO di Kilpatrick – Valeria Bonilauri, Responsabile Innovazione e Sviluppo di Elis e Direttore di Distretto Italia – Massimiliano Branchi, Chief People, HSEQ e Sustainability Officer di Saipem – Gian Luca Orefice, Direttore HR e Organizzazione del gruppo Autostrade moderati da Francesca Chialà. Founder Think Tank of Innovation Leaders “Leonardo da Vinci”.
L’obiettivo di Kilpatrick è quello di avviare un dialogo sul ruolo centrale della sostenibilità e dell’innovazione nel plasmare il futuro delle imprese italiane. Questo perché oggi la sostenibilità, ancor più quella sociale, è un fattore determinate per la competitività delle imprese e dei “sistemi paese” per l’impatto che ha sui clienti, lavoratori e tutti gli stakeholder. In questo, la gestione manageriale dell’impresa è un punto cardine per avviare un chiaro percorso verso la transizione tecnologica e ambientale ponendo al centro l’attenzione alla sostenibilità nelle sue varie declinazioni.
Cristina Spagna, CEO di Kilpatrick, spiega: “Kilpatrick è una società di Executive Search nata in Italia che oggi conta 6 hubs multilingue nel mondo; per questo siamo molto sensibili ad un tema come la sostenibilità che tocca da vicino i nostri clienti ed i nostri candidati. Visto il grande interesse suscitato dall’incontro, a fine novembre replicheremo questa giornata a Città del Messico dove siamo presenti con i nostri uffici”.
“Il grande contributo che i manager possono portare alla loro impresa è fare qualche cosa di nuovo ogni giorno. In Fincantieri l’attenzione alla sostenibilità è iniziata 10 anni fa e oggi è parte integrante della strategia industriale del gruppo che punta su due pilasti come innovazione tecnologica e svolta green”. Così Pierroberto Folgiero CEO di Fincantieri che prosegue:” I grandi gruppi come il nostro, capo filiera di settore, devono portare le visioni carbon neutral, le competenze e la cultura della sostenibilità industriale anche verso le piccole e medie imprese che spesso costituiscono la vera ossatura della filiera produttiva”.
“La credibilità di un‘azienda su un tema delicato come la sostenibilità climatica e ambientale si costruisce con azioni di lungo periodo altrimenti è solo greenwashing. Noi l’abbiamo fatto puntando sulla sicurezza per i nostri lavoratori e i fruitori dei servizi rimettendo al centro la valorizzazione delle competenze a tutti livelli” così commenta Gian Luca Orefice, Direttore HR e Organizzazione del gruppo Autostrade.
“Saipem si impegna a mantenere e rafforzare un sistema di governance ispirato alle migliori pratiche internazionali, per gestire situazioni complesse e affrontare le sfide dello sviluppo sostenibile nella maniera più incisiva ed equa” conclude Massimiliano Branchi, Chief People, HSEQ e Sustainability Officer di Saipem “il nostro impegno è quotidiano nell’aiutare le imprese italiane a limitare e diminuire la propria impronta carbonica, un impegno che ci porterà nel 2035 ad essere totalmente carbon neutral”.
Durante l’incontro sono stati presentati anche i risultati di un’indagine lanciata da Kilpatrick, Manageritalia e AstraRicerche su oltre 500 manager italiani che hanno scelto di lavorare e vivere all’estero, ai quali è stato chiesto il loro punto di vista rispetto a quanto prestiamo attenzione alla sostenibilità in Italia rispetto all’estero. Ne è uscita un’immagine in chiaro-scuro per l’Italia che risulta in generale meno attenta di quanto avviene all’estero in tutti gli ambiti indagati. Il 44% del campione sostiene che all’estero venga data maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale contro solo il 25% in Italia. Per il 70% degli intervistati all’estero viene posta più attenzione al benessere delle persone sul lavoro (welfare, conciliazione vita-lavoro, benessere fisico e mentale), mentre in Italia l’attenzione è solo per il 15% dei manager.
L’estero vince ancora con il 62% delle preferenze per quanto riguarda l’attenzione alla giusta retribuzione del lavoro, la sicurezza nei luoghi di lavoro e il rispetto dei diritti dei lavoratori: l’Italia si ferma al 14.6%. Anche per quanto riguarda il rispetto della diversità di genere e l’inclusione, l’Italia arranca con solo 8,6% contro il 71% fatto segnare dall’estero.
Da notare come per i manager intervistati la sostenibilità, sia essa sociale o ancor più ambientale, costituisce un vero e concreto elemento della competitività di un paese, territorio o azienda tanto da influenzare l’eventuale cambio del posto di lavoro più delle retribuzioni e delle possibilità di carriera, soprattutto per le nuove generazioni di manager che prestano sempre più attenzione ad un corretto work life balance.
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