La logistica in evoluzione: alla ADACI Fucina Week nella Tavola sulla Logistica Integrata, si è approfondito il tema “Potenziare la logistica fra tecnologia e ripensamento dei processi” con tre attori di settori diversi, invitati da Enrico Rainero, tutti protagonisti attivi del cambiamento sostenibile.
Renzo Provedel, Vicepresidente di SOSlog Associazione Logistica Sostenibile, ha presentato:
“Il Marchio Logistica Sostenibile e le sinergie nella Carta di Padova”.
L’industria logistica: secondo Confetra (Confederazione Nazionale del Trasporto e della Logistica), il settore in Italia 2019 vale 90 MLD di euro di fatturato, 90.000 imprese, 1,5 milioni di addetti, ed equivale al 9% del PIL nazionale. 32 MLD di euro dovrebbero essere destinati all’interno del PNRR, pari al 14% del totale.
La Logistica Sostenibile
Un modello e 20 sfide: 14 ambientali, 1 economica, 3 sociali, 2 di sistema.
La Logistica Sostenibile contribuisce ad ottimizzare l’impatto ambientale e l’energia necessaria per approvvigionare, distribuire, usare e smaltire/riciclare. Migliora l’impatto dei processi logistici sulle persone, la qualità della vita delle nuove generazioni e la competitività delle imprese
Un Marchio ed un Rating per la Logistica Sostenibile
La sfida: riuscire a fare crescere una nuova consapevolezza nel consumatore finale che potrà riconoscere e valorizzare la differenza di un prodotto o servizio, non solo in base alla provenienza o alla modalità di produzione, ma anche considerando il processo logistico che ne ha determinato il ciclo di vita dall’approvvigionamento alla distribuzione nel canale di vendita fino al suo auspicabile riciclo o riuso finale.
Il marchio è legato alla verifica dello standard di sostenibilità logistica di SOS LOGistica che misura, attraverso ispezione tecnica di secondo livello da parte di un ente indipendente, il grado di maturità rispetto alla governance e ai requisiti delle 20 sfide della logistica sostenibile.
Chi può aderire
1.(OL) Operatore Logistico (servizi /gestione infrastrutture)
2.(CP) Impresa Manifatturiera o Commerciale (incluso GDO e portale e commerce) con funzione logistica in conto proprio
3.(CTS) Impresa Manifatturiera o Commerciale (incluso GDO e portali e-commerce) con funzione logistica in conto terzi (strategic outsourcing). Ovvero terziarizzazione di un processo logistico completo, ossia comprensivo almeno delle attività di trasporto e stoccaggio.
4.(CTC) Impresa Manifatturiera o Commerciale (incluso GDO e portali e-commerce) con funzione logistica in conto terzi (commodity outsourcing). Ovvero outsourcing di attività logistiche “elementari” (ad esempio l’affidamento a terzi del trasporto su strada o il ricorso a cooperativa per quanto riguarda l’handling di magazzino).
Giovanni Maria Mazzacani – Capital Markets – Logistics, Last Mile & Data Centers di COLLIERS ha presentato:
“Il boom dell’e-commerce: sfide e prospettive per gli asset immobiliari logistici”
Il settore immobilare deve adeguarsi velocemente come contenitore di nuove esigenze nel trasporto delle merci, specialmente con l’accelerazione dell’e-commerce che vede sempre di più il consumatore finale, localizzato nei centri urbani, pretendere la velocità del delivery, obbligando ad accorciare semre più il tragitto di consegna nel cosiddetto “ultimo miglio”.
I grandi hub – le piattaforme logistich – finora localizzati nelle aree specializzate macro-regionali, si stanno frazionando in magazzini più piccoli situati nelle immediate periferie urbane, nei quali la rotazione è velocissima, spesso nelle 24 ore e, in prospettiva, anche in poche ore per i prodotti “fresh”.
L’e-commerce in Italia vale meno del 10% delle vendite, mentre nel paese più estremo, la Cina, ha già superato il 50% del totale delle attività commerciali. Tutto lascia prevedere una crescita nei prossimi anni, magari meno irruenta, ma costante.
Questo veloce cambio di paradigma sta portando gli investitori nell’immobiliare a prediligere gli asset logistici, facendo lievitare i prezzi, al punto che una location alla periferia di Vienna recentemente è stata valutata 8.000 euro/mq, più dei prezzi del mercato degli office building o del residenziale centrale.
Il fattore positivo di questo fenomeno è che si creano opportunità di riqualificazione di aree occupate da costruzioni obsolete, di archeologia industriale, non più produttive, che potrebbero ritornare in vita, opportunamente valorizzate per la nuova destinazione d’uso.
In Italia, le aree principali sono quelle limitrofe a Milano, il Veneto, Bologna, Roma. Quest’ultima è oggi sottostimata per mancanza di asset adatti alla richiesta, ma si allineerà velocemente considerando la densità di popolazione in quell’area, che potrà servire anche una buona parte di territori più a sud.
Primo Barzoni – Presidente & CEO di PALM, azienda produttrice di pallets, ha approfondito il tema della
“Filiera etica dei pallet garantita dall’azienda BCorp per i criteri ESG”
Palm nasce nel 1980 come Impresa artigianale impegnata nella lavorazione del legno. PALM è la prima azienda in Europa nel settore del packaging industriale certificato B-CORP. Ha ottenuto un punteggio finale certificato di 84 punti (la mediana è di 55 punti).
L’importanza di promuovere filiere certificate
Usiamo legno proveniente solo da fonti sostenibili e foreste Certificate PEFC. Anche l’Unione Europea e l’Italia sono responsabili della distruzione delle foreste.
Un bosco gestito fornisce prodotti forestali di sicura provenienza e legalità, assicurando un’economia alle aree montane. Mediante tagli programmati, pulizia del sottobosco, etc. ha un tasso di crescita superiore e accumula CO2 in biomassa. Ha un tasso di incendiabilità inferiore, non si disperde CO2 a causa degli incendi, assicura una corretta copertura del suolo evitando il rischio di erosione, frane e smottamenti. Permette la fruibilità turistica per un’ampia gamma di attività sportive, culturali, di relax, di benessere. Infine tutela la biodiversità della fauna evitando le attività in bosco nei periodi che disturbano i cicli riproduttivi degli animali.
La piaga del mercato nero del pallet
Il mercato nero del pallet non è fatto solo da chi vende ma anche da chi compra, risultato della corsa al ribasso dei costi. Se nessuno acquistasse bancali rubati, l’intera “filiera nera” non esisterebbe: il mercato nero vale, solo in Italia, circa 720 milioni di euro e contribuisce alla circolazione di bancali non idonei, contraffatti, fuori norma e non sanificati… e quindi pericolosi per l’uomo e per la sua salute.
Il rapporto Forest 500 realizzato dal Global Canopy Programme indica l’Italia come “uno dei principali attori europei rispetto all’importazione di merci che costituiscono un rischio per le foreste”
L’attenzione di Palm all’uomo e all’ambiente ha favorito la nascita del Greenpallet® a km zero CO2. Per realizzare un Greenpallet a Km ZERO CO2 serve un bosco a Km zero. E’ costruito con legno locale e di prossimità, utilizzato in prossimità del luogo di produzione, recuperato localmente, riciclato dall’industria del legno (ad esempio per fare blocchetti per pallet e oggetti di design per la casa).
Per coerenza il cibo e i prodotti a Km zero dovrebbero essere trasportati su greenpallet a Km zero CO2.
Nove italiani su 10 vogliono prodotti certificati per proteggere le foreste.
– BYinnovation è Media Partner ADACI