Biogas risorsa sprecata: Roberto Salmaso, General Manager di Sebigas – player internazionale nel settore biogas con all’attivo 84 impianti nel mondo – ha sottolineato che “Come i giovani attivi in Youth4Climate, anche il nostro gruppo di lavoro è molto giovane, e concorre agli obiettivi di decarbonizzazione partendo dalle semplici azioni quotidiane. Una grande squadra determinata a rendere il nostro settore sempre più green e a raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi.”
Ci sono dei modi per procurarci energia in maniera più sostenibile e in un’ottica di economia circolare?
Quali sono le opportunità offerte dai mercati e dalle tecnologie?
L’Italia è oggi il terzo produttore europeo di biogas dietro Inghilterra e Germania e quinto nel mondo dopo Cina e USA, con un valore economico di 3,2 miliardi di euro, al netto degli incentivi.
Un comparto che grazie alla sinergia tra agricoltura e allevamento da un lato e agroindustria dall’altro ha registrato dal 2008 a oggi investimenti per circa 4,5 miliardi di euro consentendo all’Italia di raggiungere la Top 3 europea con circa 1.700 impianti di biogas in funzione (di cui, stando ai dati del CIB, 1200 in ambito agricolo).
Prosegue sul tema Roberto Salmaso – “Il biometano, così come il biogas, è tra i protagonisti indiscussi della riduzione dei gas climalteranti effetto serra. A livello globale si parla di riduzioni complessive nell’ordine del 10-15% con benefici che passano attraverso il risparmio di emissioni prodotte da combustibili fossili e effluenti zootecnici, produzione di fertilizzanti naturali in sostituzione di quelli di sintesi, immagazzinamento del carbonio nei suoli e cattura e stoccaggio della CO2: un ciclo sostenibile di processi che concorrono saldamente al raggiungimento del 55% di riduzione complessiva di GHG entro il 2030 con l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050.”
Il biometano potrebbe infatti rappresentare per il nostro Paese un risparmio di 1,6 miliardi di metri cubi di importazioni di biocarburanti e un potenziale produttivo al 2030 di 8 miliardi di metri cubi, pari al 10% del consumo nazionale di gas naturale.
IL RUOLO DEL BIOGAS IN ITALIA
L’Italia è oggi il terzo produttore europeo di biogas dietro Inghilterra e Germania e quinto nel mondo dopo Cina e USA, con un valore economico di 3,2 miliardi di euro, al netto degli incentivi.
Un comparto che grazie alla sinergia tra agricoltura e allevamento da un lato e agroindustria dall’altro ha registrato dal 2008 a oggi investimenti per circa 4,5 miliardi di euro consentendo all’Italia di raggiungere la Top 3 europea con circa 1.700 impianti di biogas in funzione (di cui, stando ai dati del CIB, 1200 in ambito agricolo).
QUALI OPPORTUNITÀ PUÒ OFFRIRE IL BIOMETANO?
Il biometano potrebbe rappresentare per il nostro Paese un risparmio di 1,6 miliardi di metri cubi di importazioni di biocarburanti e un potenziale produttivo al 2030 di 8 miliardi di metri cubi, pari al 10% del consumo nazionale di gas naturale.
Grazie alle numerose richieste di costruzione di nuovi impianti, o di revamping di impianti biogas esistenti, si prevede che l’Italia diventi leader europeo per la produzione di Bio-LNG con una capacità produttiva di 299 t/g entro il 2022. Non solo un enorme potenziale in termini di riduzione di emissioni nel settore della mobilità, ma anche una soluzione pronta e immediatamente utilizzabile per un trasporto carbon free. Il bio-LNG è infatti ottenuto attraverso il processo di liquefazione del biometano: per mezzo di apposite cisterne può essere così trasportato e impiegato come carburante nel trasporto stradale e marittimo.
Un esempio concreto
Con le deiezioni annuali di due vacche è possibile produrre 490 kg di LNG (Liquefied Natural Gas), utili a percorrere tra i 1700 e i 1900 km, pari ad un viaggio andata/ritorno Milano-Bruxelles? Un esempio concreto di economia circolare.
Tenendo conto che in Italia ci sono circa 270 mila allevamenti di ruminanti, di cui più di 126 mila di bovini, che ospitano circa 4 milioni di capi, se includiamo anche gli altri allevamenti arriviamo a più di 11 milioni di capi di bestiame e il potenziale energetico è di estrema rilevanza. La grande disponibilità e reperibilità delle deiezioni animali, infatti, rendono tali biomasse tra le più utilizzate nell’alimentazione di impianti biogas per la produzione di energia rinnovabile.
Se tutte le deiezioni di capi bovini da latte adulti registrati in Italia nel dicembre 2019 (quasi 1.500.000) fossero trattate con il processo di digestione anaerobica per la produzione di biogas porterebbero alla produzione di circa 367 milioni di kg di LNG, utili a percorrere più di 1 miliardo di km, pari a circa 33 mila volte la circonferenza della Terra.
Sebigas, player internazionale nel settore del biogas, è impegnato da anni nella produzione di biogas come soluzione per ridurre il nostro impatto ambientale.
Ha all’attivo 84 impianti nel mondo, tra cui un impianto alimentato a FORSU presso Maserati Energia, in provincia di Piacenza. Con un totale di 137 tonnellate giornaliere caricate nell’impianto, tratta gli scarti di 600.000 cittadini e consente la produzione di 1.000 nm3/h, con un upgrading biometano di 1.056 Sm3/h.
Inoltre, grazie al processo di digestione anaerobica, sono prodotti 10.000 t/a di compost, destinato al riutilizzo in agricoltura e 36.000 m3/anno di effluente liquido depurato.