Clima e finanza sostenibile: l’ottava edizione della Settimana SRI è stata caratterizzata dalla riflessione sull’emergenza climatica, con la presentazione della ricerca “Risparmiatori italiani e cambiamento climatico” condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con BVA Doxa.
L’indagine ha analizzato il grado di consapevolezza degli investitori retail italiani sulla rilevanza dei temi ambientali nelle scelte finanziarie e la loro propensione a sottoscrivere prodotti che integrano considerazioni di sostenibilità, in particolare sul clima.
Il progetto di ricerca è stato realizzato con il sostegno di Allianz Global Investors, Etica Sgr e State Street Global Advisors.
Risparmiatori italiani e cambiamento climatico: le principali evidenze
Atteggiamento rispetto ai temi ambientali e al rischio climatico
– Quasi tutti gli intervistati attribuiscono all’attività umana la responsabilità del cambiamento climatico: il 91% ritiene che le cause siano di origine antropica.
– Oltre il 60% dei risparmiatori dichiara di aver modificato i propri comportamenti in ottica di sostenibilità ambientale, prestando particolare attenzione alla raccolta differenziata, all’utilizzo di lampadine LED e alla riduzione degli sprechi.
– I danni alla salute e all’incolumità delle persone rappresentano il principale rischio per l’economia collegato al cambiamento climatico per il 70% degli intervistati; seguono i danni alle produzioni agricole e le migrazioni, citati rispettivamente dal 62% e dal 45%.
Agricoltura, settore alimentare ed energia sono i settori economici considerati maggiormente esposti agli effetti del cambiamento climatico.
– Il 33% del campione ritiene che le istituzioni europee siano i principali attori deputati alla prevenzione e al contenimento del rischio climatico; seguono i produttori energetici (18%) e le istituzioni nazionali (17%).
Propensione all’investimento sostenibile e responsabile (SRI)
– Più dell’80% degli intervistati considera importante essere messo al corrente della sostenibilità ambientale e sociale dei propri investimenti; oltre la metà del campione giudica però molto carente l’informazione sulla finanza sostenibile in Italia e ritiene che il settore finanziario non tenga sufficientemente in considerazione i fattori ambientali, sociali e di governance.
– Le ragioni principali della mancata sottoscrizione di prodotti SRI (tra coloro che conoscono i prodotti SRI, uno su quattro dichiara di aver investito in questa tipologia di strumenti) si confermano: la conoscenza delle caratteristiche dei prodotti, insufficiente per il 47% dei risparmiatori, e la pubblicità, inadeguata per il 36%.
Tuttavia, si registrano risultati incoraggianti da parte della rete di vendita: la quota di risparmiatori a cui gli operatori hanno proposto investimenti sostenibili si attesta al 40%, in aumento di 9 punti percentuali rispetto al 2018.
– I temi ambientali che influenzano maggiormente le scelte di investimento sono: le energie rinnovabili, citate dal 72% degli intervistati, le politiche di risparmio energetico (69%) e l’economia circolare (67%).
I sottoscrittori di prodotti SRI accordano grande importanza ai temi ambientali: per il 92% la presenza di politiche a supporto dell’ambiente da parte delle aziende è stata “molto” o “abbastanza” rilevante per la scelta di investimento.
Il convegno di presentazione
Il Senatore Questore Laura Bottici ha aperto il convegno: “Questo convegno tocca un argomento di grande rilevanza per il nostro tempo, come i cambiamenti climatici, la sostenibilità ambientale in materia di crescita economica e la finanza sostenibile.
La Commissione Europea ha lanciato lo scorso anno un Piano d’Azione per una finanza che tenga conto dell’agenda UE per il clima e lo sviluppo sostenibile. Sono sicura che questo dibattito darà un contributo utile anche al legislatore, che dovrà prendere delle decisioni importanti e complesse che riguardano il futuro di tutti noi”.
A introduzione dei lavori, il Presidente del Forum Pietro Negri, ha dichiarato: “La finanza sostenibile vive un momento storico caratterizzato da entusiasmo e, al tempo stesso, da responsabilità per gli attori coinvolti.
A fronte della crescita di consapevolezza di operatori finanziari, società civile e consumatori sulla necessità di cambiamento, una maggiore trasparenza e obiettivi comuni sono indispensabili per evitare fenomeni di opacità e di opportunismo.
Anche la politica è chiamata a fare scelte coerenti con le conclusioni scientifiche e con gli interessi e le opinioni degli altri stakeholder”.
Francesco Bicciato, Segretario Generale del Forum, ha aggiunto: “Gli operatori SRI possono avere un ruolo fondamentale nel contrastare il cambiamento climatico riorientando le proprie strategie d’investimento verso attività a basse emissioni e con modelli di produzione sostenibili.
L’emergenza climatica deve essere affrontata senza tentennamenti. Nel nostro Paese gli strumenti e i capitali green sono già disponibili: occorre ora creare un nuovo rapporto virtuoso tra finanza e impresa fondato sulla sostenibilità economica, sociale, ambientale e di buona governance”.
Arianna Lovera, Senior Programme Officer del Forum, e Simone Pizzoglio, Head of Finance & Utilities di BVA Doxa, hanno illustrato i risultati della ricerca. “Il cambiamento climatico è certamente stato il più discusso nel 2019 tra i temi ESG.
L’edizione 2019 della ricerca del Forum si concentra nel capire come i risparmiatori italiani (e i piccoli risparmiatori in particolare) vedono la relazione tra clima e finanza“.
“Il rapporto evidenzia il progredire inarrestabile della consapevolezza del ruolo e dell’importanza della sostenibilità, anche se le scelte di risparmio non sono ancora completamente allineate, ma è solo questione di tempo” ha dichiarato Pizzoglio.
La keynote lecture, tenuta da Carlo Carraro, Professore Ordinario di Economia Ambientale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e Vice-Presidente del Working Group III sulla mitigazione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) – l’organizzazione scientifica della Nazioni Unite sui cambiamenti climatici – si è incentrata sulle risorse necessarie a finanziarie gli investimenti indispensabili per ridurre le emissioni di gas serra in modo che la temperatura media globale non aumenti di più di 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali.
Come illustrato nella relazione del prof. Carraro “il gap tra risorse finanziarie necessarie e quelle effettivamente disponibili è ancora rilevante. Ma i mercati, diversamente dai governi, stanno prendendo la giusta direzione. Il mondo della finanza ha messo a disposizione delle imprese nuovi strumenti finanziari per sostenere i loro investimenti di riduzione delle emissioni. Soprattutto per investimenti in rinnovabili e nei paesi in via di sviluppo. Con risultati importanti: circa 500 miliardi nel 2018 secondo i dati OCSE”.
La mattinata è proseguita con una tavola rotonda moderata da Debora Rosciani, giornalista di Radio 24, con la partecipazione di rappresentanti di organizzazioni di primo piano in ambito finanziario e imprenditoriale: Ugo Biggeri, Presidente di Etica Sgr, Davide Ciferri, Responsabile Valutazione d’Impatto di Cassa Depositi e Prestiti; Carlo Funk, EMEA Head ESG Strategy di State Street Global Advisors; Andrea Illy, Presidente di illycaffè S.p.A; Isabel Reuss, Director Head of SRI Research presso Allianz Global Investors, e Aldo Romani, Head of Sustainability Funding dell’European Investment Bank.
“L’indagine mette in luce una certa consapevolezza dei rischi legati al cambiamento climatico tra i risparmiatori italiani – ha dichiarato Ugo Biggeri – Come società di investimento responsabile proponiamo esclusivamente soluzioni di investimento capaci di coniugare la ricerca di rendimento con la responsabilità nei confronti dell’ambiente e della comunità. Come attori dello sviluppo sostenibile sentiamo il dovere di guidare il cambiamento e di essere d’esempio con il nostro impegno coerente, per sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e prenderci cura del futuro del nostro Pianeta”.
Davide Ciferri ha dichiarato: “Viviamo in una fase congiunturale particolare, dove le preferenze dei risparmiatori, delle imprese e dei policy maker sembrano convergere verso scelte strategiche che riguardano la lotta al cambiamento climatico, la transizione energetica e – più in generale – le conseguenze dell’azione dell’uomo sul futuro del Pianeta. Compito, non facile, della finanza è quello di essere acceleratore di tale processo di cambiamento. Se è vero che, nel sistema economico, solo ciò che è finanziato può accadere è altresì vero che, nel contesto degli investimenti per il clima, solo ciò che produce un reale e maggiore impatto dovrebbe essere privilegiato. Per le istituzioni finanziarie, come Cassa Depositi e Prestiti, la sfida è dare concretezza a queste ambizioni promuovendo un cambio di passo significativo”.
Carlo Funk ha affermato: “I dati ESG si stanno rapidamente diffondendo negli investimenti tradizionali e una crescente adozione di approcci trasparenti accelera questa dinamica. Le tematiche ESG coprono problematiche importanti tra cui i cambiamenti climatici e i relativi rischi. Si prevede che la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio avrà un impatto significativo sui portafogli degli investitori, con conseguenze critiche per l’intera catena del valore dei servizi finanziari”.
“Il cambiamento climatico è una priorità assoluta per le imprese e per la finanza – ha commentato Andrea Illy – illycaffè, con il suo modello di business fondato sulla qualità sostenibile è impegnata da anni in partnership pubblico-private nei paesi produttori di caffè per lo sviluppo di filiere sostenibili. Tra queste, quella iniziata in Etiopia nel 2015 con UNIDO e la Cooperazione Italiana, con un focus specifico sull’adattamento al cambiamento climatico, rappresenta un pilota che potrà essere replicato in altri paesi produttori di caffè. Al tempo stesso, consapevole dell’impatto dell’agricoltura, che oggi è responsabile del 25% delle emissioni di carbonio, mi dedico personalmente allo studio della “Virtuous Agriculture”, che si basa su pratiche agronomiche rigenerative per la produzione di cibi salutari. Lo sviluppo di questa idea necessiterà di partnership pubblico-private e di un approccio multi-stakeholder, finanza sostenibile in primis”.
“L’emergenza climatica deve essere affrontata non soltanto dalla finanza, ma anche dai risparmiatori, che, come dimostra questa ricerca, sono interessati a questo tema, ma non trovano le informazioni giuste a livello di investimenti: emerge quindi la necessità di un maggiore sviluppo in termini di trasparenza ed educazione da parte sia della finanza che della politica. L’engagement con le società può, come abbiamo visto quest’anno, apportare cambiamenti significativi nei comportamenti delle imprese e risulta importante farne maggiore uso al fine di affrontare l’emergenza climatica e creare un futuro più sostenibile a livello sia sociale che ambientale e di governance” ha dichiarato Isabel Reuss.
“Per promuovere il finanziamento di progetti che davvero contrastano il cambiamento climatico e proteggono l’ambiente bisogna legare la finanza all’economia per mezzo di una terminologia comune. Va chiarito agli investitori che cosa è “verde” e qual è l’impatto atteso del loro investimento, con rendicontazioni certificate e comparabili. A questo si sta applicando la Commissione Europea con lo sviluppo di una tassonomia delle attività economiche sostenibili. I green bond allineati con questa tassonomia offriranno presto uno strumento di investimento sostenibile chiaro, affidabile e alla portata di tutti” ha concluso Aldo Romani.
Il Forum per la Finanza Sostenibile
ll Forum per la Finanza Sostenibile è nato nel 2001. È un’associazione non profit multi-stakeholder: ne fanno parte operatori del mondo finanziario e altri soggetti interessati dagli effetti ambientali e sociali dell’attività finanziaria. La missione del Forum è promuovere la conoscenza e la pratica dell’investimento sostenibile, con l’obiettivo di diffondere l’integrazione dei criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) nei prodotti e nei processi finanziari. Il Forum per la Finanza Sostenibile è parte di Eurosif, l’European Sustainable Investment Forum.