The Circle agricoltura acquaponica. Negli ultimi 50 anni, l’Italia ha perso il 30% della superficie agricola, che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari: questo è l’allarme lanciato da ISPRA nell’ultimo rapporto nazionale sul “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, che ogni anno fornisce un quadro aggiornato dei processi di trasformazione del territorio a seguito di problematiche quali, ad esempio, urbanizzazione, erosione, abbandono ed inquinamento.
“Il suolo è una risorsa vitale, limitata, non rinnovabile e insostituibile. La sua salute e il suo impoverimento non riguardano solamente l’ambiente e l’agricoltura ma anche l’uomo. Infatti, quando un terreno non è sano non è in grado di garantire le condizioni indispensabili per la coltivazione degli alimenti, di mantenere la biodiversità, di regolare il ciclo dell’acqua, di stoccare carbonio e di contribuire alla mitigazione del clima.” – dichiara Thomas Marino, co-founder di The Circle, la più estesa azienda agricola acquaponica del continente.
A confermare la gravità del problema della degradazione del suolo è anche il rapporto “Il suolo italiano al tempo della crisi climatica” di ReSoil Foundation, all’interno del quale si legge che circa il 90% dei terreni sarà a rischio entro il 2050, portando serie minacce al benessere del pianeta, dell’uomo e delle sue attività. Ad aumentare la criticità della situazione è il fatto che il recupero di un suolo danneggiato richiede moltissimo tempo: occorrono, infatti, fino a 1000 anni per formare circa 3 cm di terra fertile e coltivabile.
In risposta alla problematica, The Circle, nata con l’obiettivo di fornire soluzioni sostenibili all’agricoltura intensiva e all’inquinamento di terra e acqua nel settore, attraverso l’acquaponica – tecnologia agricola che combina idroponica e acquacoltura abbinando la coltivazione fuori suolo e l’allevamento di pesci – ha formulato 5 consigli per un approccio all’agricoltura più informato e consapevole:
1. Adottare sempre pratiche agricole sostenibili e responsabili: l’agricoltura biologica non è la soluzione all’inquinamento del suolo, sebbene possa contribuire a limitare l’utilizzo di pesticidi e prodotti chimici.
Per affrontare questa sfida in modo più completo, è essenziale adottare un approccio consapevole e sostenibile nei confronti dell’agricoltura. Ecco come la coltivazione fuori suolo può essere parte di questa soluzione.
2. Trovare un equilibrio tra agricoltura intensiva e pratiche agricole sostenibili: integrare all’interno dell’agricoltura intensiva tecnologie e nuove pratiche sostenibili può sicuramente contribuire a migliorare il problema della degradazione del suolo, aumentando la produttività e il valore complessivo dell’intera filiera. Sensoristica, software gestionali e sistemi di automatizzazione sono ormai strumenti fondamentali per rispondere alla sempre crescente necessità di produrre più cibo, in meno spazio e in modo più sicuro.
3. Considerare il problema dell’inquinamento agricolo a pari importanza di quello industriale: per tutelare la salute del nostro pianeta è di fondamentale importanza affrontare tutte le fonti di inquinamento con la medesima attenzione. Così come l’inquinamento industriale, quello agricolo può contribuire, infatti, alla contaminazione dell’aria, dell’acqua e del suolo, con gravi conseguenze per la salute umana e l’ambiente.
4. La sostenibilità ambientale passa per la sostenibilità economica: non può esserci sostenibilità ambientale nel 2024 se non esiste anche una sostenibilità economica. Puntare allo sviluppo di soluzioni tecnologiche e innovative in agricoltura rende la produzione molto più efficace in termini di produttività e conservazione del suolo. Inoltre, grazie alle nuove tecnologie, è possibile abbattere l’utilizzo di sostanze chimiche che aggravano la situazione ambientale.
5. Non c’è sviluppo senza investimenti: fondamentale per la crescita di tutto il settore è la creazione di fondi ed investimenti mirati alla transizione sostenibile. Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione verso il settore e sempre più professionisti specializzati si sono avvicinati all’agricoltura. Questo fa salire il livello generale e rende il settore più competitivo nella sfida sui mercati globali.
“Il nostro sistema di coltivazione acquaponico rappresenta una soluzione innovativa e rivoluzionaria per l’agricoltura del presente e del futuro. Nel nostro caso, i pesci forniscono nutrienti alle piante e le piante purificano l’acqua per i pesci. Questo approccio riduce l’uso di suolo e di sostanze chimiche e limita l’inquinamento. È un ciclo chiuso efficiente, ottimizziamo lo spazio di coltivazione, poiché le piante crescono in verticale all’interno di substrati inerti, riducendo l’erosione del suolo; c’è un minore rischio di contaminazione del suolo, eliminando totalmente l’utilizzo di pesticidi nocivi e garantendo la massima qualità dei prodotti. Solo riducendo l’uso di suolo e promuovendo pratiche sostenibili, possiamo contribuire a preservare la salute del terreno.” – conclude Thomas Marino, co-founder di The Circle.
The Circle, prima azienda agricola acquaponica italiana di origini romane, The Circle nasce nel 2017 da un’intuizione di Valerio Ciotola, Simone Cofini, Lorenzo Garreffa e Thomas Marino, quattro giovani imprenditori classe 1992 che, nell’acquaponica, hanno intravisto la fattibilità di un business oggi scalabile che contribuisce a risolvere le più spinose problematiche ambientali.
Ad oggi The Circle possiede il più grande impianto acquaponico del continente europeo, esteso su 5000 mq.
Varietà di piante ed erbe di altissima qualità e pregiate, pesti, oli e sali aromatizzati hanno attirato l’attenzione di alcuni dei maggiori player del settore ristorazione tra cui Il Pagliaccio, Acquolina, Bulgari, Roscioli, Imàgo, Il Giglio in Toscana, Glass, All’oro, Cracco Portofino, Luciano Cucina Italiana, Seu e decretato l’ingresso dei trasformati nella GDO grazie ad un’importante partnership con Gruppo CR.
Attualmente sostengono The Circle Regione Lazio, Bricofer, Gruppo CR, famiglia Brachetti Peretti e De Marinis Srl. The Circle è tra le 10 startup selezionate per rappresentare le innovazioni italiane nell’ambito della filiera agroalimentare all’Italian Agri-Innovation for Sustainability e tra le migliori 500 realtà FoodTech al mondo.