Sochi 2014: italiane attrezzature sportive e innovazione: le Olimpiadi sono una vetrina mondiale per mostrare l’eccellenza tecnologica delle aziende italiane nella produzione di articoli sportivi. Assosport a Sochi per mostrare 90 anni di made in Italy, dal primo casco all’ultimo airbag. Un mercato che per l’Italia vale 8 miliardi di euro.
Era il 1991 quando uno sciatore per la prima volta usò il casco in una gara di sci: quello sciatore era Alberto Tomba e il casco era realizzato da un’azienda italiana. Nel 2014 l’ultima grande novità in termini di innovazione è la giacca air-bag per gli sciatori realizzata da un altro marchio storico del nostro Paese.
L’Italia ha sempre fatto da guida nel mondo dell’attrezzatura sportiva, oggi come negli ultimi novant’anni.
E’ questo il fulcro di quanto si è discusso a Casa Italia a Sochi sabato scorso durante un forum sull’evoluzione dell’attrezzatura sportiva invernale organizzato da Assosport, l’Associazione Italiana dei Produttori di Articoli Sportivi, in collaborazione con agenzia ICE, Ministero dello Sviluppo Economico e CONI. Il forum dal titolo significativo, “Italian Passion for Excellence”, aveva l’obiettivo di presentare a 40 giornalisti la storia dello Sportsystem Italiano, un settore di grande importanza nell’economia nazionale, come ha rimarcato lo stesso Presidente Enrico Letta, che ha sottolineato l’importanza del Forum a cui hanno partecipato anche il Presidente del Coni Giovanni Malagò e il Presidente dell’Ice, Riccardo Monti.
“I Giochi – dichiara il Presidente di Assosport Luca Businaro – sono per le aziende dello sportsystem una vetrina mondiale dell’eccellenza tecnologica, una cassa di risonanza che alimenta negli anni successivi i marchi che vi hanno partecipato. Lo sforzo per arrivare all’Olimpiade è enorme per tutte le aziende, che cercano di creare qualcosa di unico, dalle tute, all’intimo, all’attrezzatura: l’Italia è l’unica nazione che può vestire integralmente gli atleti per tutte le pratiche sportive invernali”.
Assosport rappresenta circa 8 miliardi di euro di fatturato all’ingrosso e impiega oltre 13mila persone, il triplo calcolando l’indotto. Una realtà che si segnala per una produzione all’avanguardia capace di fare da guida all’intero settore.
Come ha sottolineato Giulio Colombo, Vicepresidente di Assosport “il prodotto italiano è ricercato nel mondo non solamente per l’eccellenza del suo stile e qualità: in modo particolare nel settore dello sport, la ricerca e l’innovazione, tese al miglioramento della performance, sono da sempre un elemento chiave del successo delle aziende italiane”.
La tecnologia è stata quindi il tema chiave su cui si è concentrato l’incontro.
Materiali sempre più leggeri e flessibili, capaci di aumentare il comfort degli atleti aumentando al contempo sicurezza e prestazioni sono alla base della costante R&S delle aziende italiane.
Ecco allora che al casco Briko in fibra di vetro usato da Tomba nel ’91, presentato da Carlo Boroli, titolare dell’Azienda, è stato affiancato dall’ultimo modello della casa, in ABS e PC polimeri plastici di ultima generazione, con lenti in nylon che usano una tecnologia derivata dalla Nasa, in grado di stoppare la luce blu, la più dannosa per gli occhi.
Alberto Zanatta di Nordica ha fatto una panoramica sulle innovazioni in materia di sci e scarponi, spiegando come l’ultima tecnologia EDT, una piastra in fibra di carbonio e poliuretano leggerissimo, sia capace di favorire il controllo e la trasmissione di energia tra sci e scarpone. Il massimo della novità in termini di sicurezza è invece la giacca air-bag di Dainese per le competizioni da sci, di cui Vittorio Cafaggi ha spiegato la lunga fase di studio ed evoluzione.
Quello della sicurezza sulle piste è un tema su cui il CONI sta insistendo in modo particolare ed ha sviluppato con un altro marchio simbolo della tecnologia italiana, Ferrari, una serie di nuovi test nella Galleria del Vento della casa di Maranello.
Anche il rapporto con i testimonial sportivi è cambiato profondamente nel corso degli anni: sempre meno semplice sponsorizzazione e sempre più collaborazione attiva, in cui gli atleti fanno da tester nella creazione e nello sviluppo del prodotto in grado di rispondere maggiormente ai loro bisogni per prestazioni di alto livello.
Una realtà raccontata in prima persona da Ippolito Sanfratello, medaglia a Torino 2006 nel pattinaggio velocità.
I protagonisti hanno sottolineato infine il ruolo importante delle università nella fase di R&S e a questo proposito grazie ai contatti ottenuti in questi giorni si apriranno probabilmente interessanti sinergie con l’Università di Sochi, particolarmente all’avanguardia in questo settore.