Non sarà un terremoto a fermare i modenesi.
Le corrette priorità post-terremoto – di Giovanni Arletti
L’unicità/crudeltà del terremoto è che nessuno lo può prevedere.
Dobbiamo accettarlo come fatto ineluttabile: solo gli idioti polemizzano.
Mi piacerebbe che, anzichè parlare, come sta avvenendo, ci concentrassimo tutti nell’aiutare, in vari modi, i Modenesi colpiti dal sisma.
I Modenesi sanno cosa fare, lasciamoli lavorare, al resto dell’Italia per solidarietà tocca pagare il conto.
In queste terre c’è il meglio dell’agro alimentare, del biomedicale, della ceramica, dei motori, della moda, e così via.
Le popolazioni locali sanno che la priorità sono le fabbriche, gli animali, il ripristino della filiera produttiva; solo dopo verranno le abitazioni: le quote di mercato non possono essere perse.
I governanti rimangano a Roma a lavorare sui decreti, sulle accise, lascino lavorare i terremotati, i governanti si occupino di altro.
La Gazzetta di Modena dopo la prima scossa ha detto:
Coraggio
dopo la seconda:
Abbracciamoci
queste sono le parole che uniscono.
Comuni e Provincia sono stati all’altezza del momento. Sindaci e Prefetto stanno svolgendo in modo egregio il proprio lavoro, il Governo dovrebbe semplicemente autorizzarli a operare “in deroga” su tutto rendendo questa zona “FRANCA”
Oggi non servono quattrini, ma tante piccole rapide decisioni e zero burocrazia, per garantire il futuro delle aziende.
Il Governo deve solo vietare l’ingresso nella Provincia ai burocrati, nel frattempo non perdiamo tempo ad ascoltare banalità sul terremoto delle èlite parolaie.
Non sarà un terremoto a piegare Modena e la Bassa, ricostruiamo i capannoni, riprendiamo le produzioni, facciamolo come al solito in silenzio.