Ministero dell’Ambiente firma Patto di Parigi per il clima. Le risorse idriche sono centrali per l’adattamento ambientale. Documento firmato a Budapest nel quadro di Cop21 Parigi.
Il ministero dell’Ambiente ha firmato a Budapest il “Patto di Parigi”, nell’ambito della Settima Sessione dell’Incontro delle Parti della Convenzione UNECE (in programma fino al 19 novembre) sulla protezione e l’utilizzazione dei corsi d’acqua transfrontalieri e dei laghi internazionali.
Il “Patto di Parigi” sottolinea l’importanza dell’inclusione delle risorse idriche nelle misure di adattamento ai mutamenti del clima. Il documento è parte dell’agenda di Lima-Parigi, nel quadro della Cop21 che si svolgerà nei prossimi giorni e farà parte del programma della “Giornata d’azione sulla resilienza ai cambiamenti climatici” che si terrà nella capitale francese il 2 dicembre.
A oggi, 152 organizzazioni hanno già firmato il “Patto di Parigi”, tra cui governi, Banca Mondiale, agenzie delle Nazioni Unite, organizzazioni di bacino, ONG e stakeholder locali.
Cos’è l’accordo di Parigi?
In quanto questione globale, i cambiamenti climatici impongono ai paesi di tutto il mondo di lavorare in collaborazione. Nel 2015 i leader mondiali hanno concordato nuovi obiettivi ambiziosi nella lotta contro i cambiamenti climatici.
L’accordo di Parigi presenta un piano d’azione per limitare il riscaldamento globale. I suoi elementi principali sono:
– un obiettivo a lungo termine – i governi hanno convenuto di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2°C in più rispetto ai livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C
– contributi – prima e durante la conferenza di Parigi i paesi hanno presentato piani d’azione nazionali globali in materia di clima (chiamati contributi determinati a livello nazionale – NDC) al fine di ridurre le rispettive emissioni
– ambizione – i governi hanno convenuto di comunicare ogni cinque anni i rispettivi piani d’azione, ciascuno dei quali fissa obiettivi più ambiziosi
– trasparenza – i paesi hanno convenuto di comunicare, l’un l’altro e al pubblico, i risultati raggiunti nell’attuazione dei rispettivi obiettivi al fine di garantire trasparenza e controllo
– solidarietà – gli Stati membri dell’UE e gli altri paesi sviluppati continueranno a fornire finanziamenti per il clima ai paesi in via di sviluppo per aiutarli sia a ridurre le emissioni che a diventare più resilienti per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici