Metodo Simoncini estetica d’insieme. Francesco Simoncini (1912-1975), titolare delle Officine Simoncini, azienda fondata nel 1953 affermatasi come una tra le più innovative nell’ambito dei caratteri da stampa, è stato un imprenditore e geniale type designer, con un approccio concettuale in cui estetica e funzionalità, ricerca e umanità sono stati elementi equivalenti ed indispensabili.
Nel progettare i propri caratteri, Simoncini si è posto come obiettivi chiarezza e leggibilità, pensando ai consumatori finali del suo prodotto, i lettori. Questa attenzione, nell’epoca della tecnologia Linotype, ha fatto sì che i suoi caratteri avessero largo impiego in ogni ambito della stampa in Italia: dagli elenchi telefonici (Pagine Gialle) all’editoria libraria (celebre il “Garamond Simoncini” per Einaudi), ai periodici nazionali.
Museo del Patrimonio Industriale di Bologna. Il 1 febbraio 1994 venne inaugurata la mostra Fare Macchine Automatiche. Storia e attualità di un comparto produttivo 1920-1990 che segnò un’ulteriore tappa nel processo di sviluppo del Museo. Il progetto culturale si allargò non solo alla formazione professionale, ma anche all’agire di questa nelle dinamiche economiche del territorio e più in generale nell’identità produttiva dell’area bolognese. Le metodologie museografiche consolidate vennero estese alle dinamiche più recenti della società industriale, ricercando collegamenti e rapporti con aziende, imprenditori e tecnici protagonisti dello sviluppo produttivo locale. Nel 1998, assunta la denominazione di “Museo del Patrimonio Industriale”, il Museo si trasferì nell’attuale sede della fornace da laterizi Galotti, ristrutturata, di fatto raddoppiando l’area espositiva. Grazie alla costruzione di una solida rete di relazioni con il mondo industriale si costituì la Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale, che oggi conta l’adesione di oltre sessanta aziende. L’Associazione è un supporto operativo essenziale per il Museo svolgendo un ruolo di collegamento tra il mondo della produzione e dello sviluppo e quella della promozione di questi temi
Gli sviluppi del Museo. L’assetto attuale del Museo si è consolidato con progressive azioni di approfondimento e integrazioni delle collezioni a partire dalla mostra Prodotto a Bologna. Una identità industriale con cinque secoli di storia che nel 2000 ha riorganizzato per il 70% gli spazi espositivi. I numerosi percorsi di ricerca attivati hanno dato vita ad altrettante mostre di approfondimento, di volta in volta dedicate all’automazione, alla meccanica di precisione al biomedicale, alle vicende delle aziende storiche del territorio. La metodologia basata sulla interdisciplinarità, l’utilizzo di fonti diverse, di narrazione basate sui racconti dei protagonisti trova riscontro negli allestimenti, in cui macchine, modelli funzionanti, strutture video e informatiche restituiscono informazioni, suggeriscono approfondimenti e invitano a ritrovare i vari fili dello sviluppo industriale di Bologna.
La fabbrica del futuro. Il 13 marzo 2019 è stata inaugurata una nuova area espositiva denominata “La Fabbrica del Futuro”, in collaborazione con l’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale. Si tratta di uno spazio laboratoriale, multimediale e interattivo pensato per far conoscere le tecnologie e le tendenze dell’industria contemporanea. Nel sistema produttivo del futuro, la fabbrica diventa un nodo di interconnessione tra il mondo materiale e il mondo digitale, un luogo strategico e d’innovazione in cui si producono beni e servizi, sfruttando i vantaggi derivanti dall’enorme mole di dati che il cliente stesso offre, permettendo così di anticipare le richieste del mercato.
METODO SIMONCINI
Ricerca di un’estetica dell’insieme
Venerdì 22 settembre | ore 17.30
Museo del Patrimonio Industriale | Fornace Galotti
Via della Beverara 123 | 40131 Bologna