La Nuova Social Card non funziona, secondo il monitoraggio dell’implementazione a cura di Save the Children in collaborazione con Caritas Italiana.
La Nuova Social Card, varata nel febbraio 2012 con uno stanziamento di 50 milioni di Euro per i 12 Comuni più popolosi d’Italia (D.L. n°5 del 9 febbraio 2012), a più di due anni di attesa, stenta ad arrivare alla fase operativa di erogazione alle famiglie in difficoltà, nonostante la sperimentazione sia stata allargata su scala nazionale con il Sostegno all’inclusione attiva varato dal Governo nella legge di stabilità 20142.
La nuova Social Card affianca la Social Card ordinaria, senza possibilità di sovrapposizione e l’attivazione si inserisce in un’ottica di welfare mix implementato dai Comuni che uniscono l’accesso alla carta all’avvio di percorsi personalizzati di inserimento formativo/lavorativo.
La Nuova Social Card (NSC, ndr) è una carta acquisti finanziata dall’INPS, con un importo fino a 404 Euro, rivolta a nuclei familiari con minori in situazione di povertà. Tra i criteri, alquanto stringenti, indicatore ISEE sotto i 3000 euro, valore Ici dell’abitazione sotto i 30.000 euro, assenza di rapporti di lavoro e al tempo stesso almeno un componente del nucleo che abbia perso il lavoro nei precedenti 36 mesi o, in alternativa, che abbia un contratto di lavoro con un reddito inferiore a 4.000 euro nei sei mesi precedenti la richiesta.
In particolare poi il criterio del possesso del permesso di soggiorno CE di lungo periodo potrebbe comportare dei problemi sulla base di profili discriminatori rispetto al criterio della residenza di un anno stabilito per i cittadini italiani e comunitari.
ANALISI GENERALE
Problematiche emerse:
– I criteri adottati sono risultati in generale troppo stringenti.
In particolare il criterio della perdita del lavoro negli ultimi 36 mesi, ovvero del lavoro con un salario di 4mila euro totali negli ultimi 6 mesi, potrebbe aver escluso dalla graduatoria molti nuclei familiari in situazione di povertà assoluta e cronica, ossia laddove nessuno dei due genitori ha un lavoro.
Da contro, il criterio del non aver acquistato un’autovettura negli ultimi 12 mesi, o 3 anni se di cilindrata elevata, potrebbe aver escluso i cd “nuovi poveri”.
Infine sono esclusi dal beneficio tutti i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti, ma non in possesso del permesso CE di lungo periodo.
La conseguenza è che il numero di domande effettivamente ricevute dai Comuni è generalmente inferiore alle domande stimate dagli stessi. Il passaggio dal varo della norma all’effettiva implementazione è troppo lungo.
Dal Decreto Legge del 2012 sono passati più di due anni ed è ancora in corso la procedura per l’effettiva erogazione del contributo. Tale ritardo è dovuto principalmente alle caratteristiche della burocrazia italiana: incompatibilità dei sistemi informatici (INPS- Comuni) e ritardi dell’INPS nella definizione delle graduatorie, provvisoria prima, definitiva poi.
– Non ci sono ancora indicazioni chiare da parte del Ministero delle Politiche Sociali per l’applicazione dei PAI e l’individuazione dei gruppi di controllo.