km zero nei beni di consumo e vendita dettaglio. Quasi il 75% delle aziende di si rivolge a fornitori locali in un contesto di instabilità globale. Trovare un equilibrio tra costi e resilienza sarà fondamentale, dato che oltre il 40% delle aziende intervistate prevede di esaurire le scorte durante le festività natalizie e quasi il 40% si aspetta ritardi nelle consegne.
È quanto emerge dall’ultimo report del Capgemini Research Institute, “Illuminating the path: Building resilient and efficient supply chains in the consumer products and retail industry”, che esamina come le organizzazioni CPR stiano trasformando la loro strategia di supply chain per garantire resilienza, efficienza e sostenibilità al loro business.
Le aziende di beni di consumo e di vendita al dettaglio (CPR) stanno diversificando e localizzando le loro catene di fornitura per far fronte alle sfide legate alle consegne dell’ultimo miglio, alle aspettative di un commercio sempre più rapido e all’esaurimento delle scorte durante gli intensi periodi festivi.
Quasi 8 organizzazioni su 10 (79%) stanno diversificando la propria rete di fornitori e il 71% sta investendo attivamente nella regionalizzazione e nella localizzazione.
Ad esempio, l’83% delle organizzazioni sta investendo nel friend-shoring, una pratica commerciale in crescita in cui il network della supply chain si concentra su paesi considerati alleati politici ed economici, in modo da ridurre ulteriormente l’esposizione al rischio.
Secondo il report, le catene di fornitura globali sono attualmente minacciate da una moltitudine di fattori, tra cui inflazione, tensioni geopolitiche, eccessiva dipendenza da alcuni paesi per la fornitura di componenti, oscillazione delle tariffe di trasporto e congestione dei porti. Più di tre quarti (77%) delle organizzazioni CPR ha ad esempio dichiarato che le tensioni geopolitiche hanno un impatto sui costi e sull’efficienza delle loro supply chain. Alla luce di questo scenario, il report ha rilevato che il nearshoring e l’approvvigionamento a livello nazionale stanno assumendo un ruolo sempre più significativo, in quanto le organizzazioni cercano di trovare un equilibrio tra costi e resilienza.
Entro il 2025 si prevede che gli acquisti offshore diminuiranno del 7% a livello globale, mentre il nearshoring e l’approvvigionamento domestico aumenteranno rispettivamente del 4% e del 3%. Il Nord America sta guidando questa tendenza, con un aumento previsto del 9% negli acquisti nearshore, un aumento del 4% di quelli domestici e una riduzione del 15% di quelli offshore entro il 2025.
“Negli ultimi anni le interruzioni della supply chain sono diventate un’esperienza comune per le aziende di largo consumo, causando carenze di prodotti, ritardi nelle consegne e aumento dei costi. Per far fronte a queste sfide e generare una crescita redditizia, sarà essenziale bilanciare efficienza dei costi e resilienza, diversificando e adottando pratiche di economia sostenibile e circolare”, ha dichiarato Gerardo Ciccone, CPRD & EUC Director di Capgemini in Italia. “Riuscire a ottimizzare le scorte, localizzare le reti di fornitura ed esplorare opzioni alternative di approvvigionamento aiuta a soddisfare le aspettative dei consumatori e gestire i picchi di richiesta. L’adozione di tecnologie innovative e i dati giocheranno un ruolo fondamentale in questo senso, che si tratti di monitorare la previsione della domanda, automatizzare i magazzini, migliorare la customer experience o garantire efficienza nell’evasione degli ordini. Le aziende che adottano strategie di approvvigionamento più resilienti sono meglio preparate a garantire la continuità operativa, ridurre i costi e proteggere la loro reputazione.”
Le organizzazioni CPR prevedono un esaurimento delle scorte durante le festività natalizie
La stagionalità è una considerazione importante per le aziende di beni di consumo e retail. Tra le principali criticità che le organizzazioni prospettano per le festività 2023, il 42% indica gli esaurimenti delle scorte o la carenza di prodotti, il 38% i ritardi nelle consegne legati alle importazioni e il 35% una manodopera insufficiente.
Il miglioramento nell’efficienza della supply chain è tra le priorità dei prossimi 12-18 mesi
Secondo il report, le aziende continuano a essere cautamente ottimiste nel 2023, dal momento che si stanno concentrando sul miglioramento della redditività delle supply chain agendo su pianificazione, processi e automazione. Per il 42% delle organizzazioni CPR, migliorare l’efficienza in termini di costi della supply chain è il principale obiettivo da raggiungere nei prossimi 12-18 mesi.
Per raggiungere questo obiettivo, la stragrande maggioranza (82%) delle aziende ritiene tuttavia che la propria supply chain dovrà subire un cambiamento significativo e quasi nove su dieci (86%) affermano che i dati e la tecnologia avranno un ruolo chiave nel garantire questa trasformazione. Tra le tecnologie adottate, implementate e portate su scala, la gestione dei dati (56%), il cloud computing (55%) e l’automazione (52%) sono le più citate per ottenere risparmi sui costi e aumentare i ricavi.
La sostenibilità continua ad essere un aspetto importante, nonostante l’adozione su larga scala sia ancora insufficiente
Tre quarti (75%) delle organizzazioni CPR intervistate hanno dichiarato di impegnarsi attivamente per essere più sostenibili. Allo stesso modo, quasi nove su dieci (86%) riconoscono che l’approvvigionamento, il trasporto e la produzione etici e responsabili sono fondamentali per ottenere un vantaggio competitivo, una percentuale che era solo del 69% in una precedente indagine condotta nel 2020 .
Tuttavia, meno della metà delle aziende ha implementato e portato su scala iniziative di sostenibilità: solo il 49% lo ha fatto relativamente all’approvvigionamento responsabile, il 45% per un approccio circolare alla produzione e il 45% per quanto riguarda il riciclo degli imballaggi. Sebbene si tratti di un miglioramento rispetto ai livelli del 2020, il report mostra che la quota media del fatturato dedicata agli investimenti in sostenibilità è leggermente diminuita.
Dati e strumenti analitici sono in grado di rendere le supply chain resilienti, sostenibili ed efficienti
Gestire la volatilità della domanda dei consumatori, ponendo al contempo attenzione all’efficienza dei costi, è oggi una priorità fondamentale per le imprese del settore CPR. Oltre alle strategie di approvvigionamento mirate, il report sottolinea che i dati e gli strumenti analitici contribuiranno a migliorare la previsione della domanda, l’evasione degli ordini e la customer experience. Inoltre, renderanno possibile lo sviluppo dei prodotti, l’ottimizzazione del portfolio e l’automazione, soprattutto nei settori della produzione e dello stoccaggio, con conseguente aumento di ricavi e margini. L’adozione di pratiche di economia circolare e una maggiore trasparenza nella supply chain possono inoltre contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.
Metodologia di ricerca
Il Capgemini Research Institute ha intervistato 300 organizzazioni del settore dei beni di consumo e del retail nei mesi di agosto e settembre 2023, al fine di comprendere il loro approccio nel gestire le criticità legate alla supply chain. Inoltre, ha condotto interviste approfondite con senior manager del settore.
Capgemini è leader mondiale nel supportare le aziende nel loro percorso di trasformazione digitale e di business facendo leva sul potere della tecnologia. Lo scopo del Gruppo è garantire un futuro inclusivo e sostenibile, sprigionando l’energia umana attraverso la tecnologia. Capgemini è un’organizzazione responsabile e diversificata di circa 350.000 persone presente in più di 50 paesi nel mondo. 55 anni di esperienza e una profonda conoscenza dei settori di mercato rendono Capgemini un partner affidabile per i suoi clienti, in grado di fornire soluzioni innovative per le loro esigenze di business, dalla strategia alla progettazione alle operation, grazie alle competenze in ambito cloud, dati, AI, connettività, software, digital engineering e piattaforme. Nel 2022 il Gruppo ha registrato ricavi complessivi pari a 22 miliardi di euro. Get The Future You Want
Il Capgemini Research Institute è il think-tank interno di Capgemini dedicato a tutto ciò che è digitale. L’istituto pubblica lavori di ricerca in merito all’impatto delle tecnologie digitali sulle grandi aziende tradizionali. Il team fa leva sul network mondiale di esperti Capgemini e lavora a stretto contatto con partner accademici e tecnologici. L’istituto possiede centri di ricerca dedicati in India, Singapore, nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Recentemente, è stato nominato il miglior istituto di ricerca al mondo per la qualità dei suoi lavori da una giuria di analisti indipendenti.