Guida pratica IMQ a macchine caffè espresso, con i consigli dell’Istituto Italiano del Marchio di Qualità per un utilizzo sicuro. Per i napoletani tradizionalisti non c’è dubbio: il vero caffè non può che uscire dalla moka partenopea con il caratteristico beccuccio rivolto verso il basso e che va ribaltata non appena l’acqua bolle.
Ma il caffè espresso, quello in pressione, durante la cui preparazione l’acqua viene riscaldata e forzata attraverso il caffè macinato sotto l’effetto della pressione del vapore o per mezzo di una pompa, continua a essere un “must” per gli italiani e non solo al bar. Infatti, grazie a un’offerta sul mercato delle macchinette da caffè espresso sempre più diversificata – sia in termini di modelli sia di prezzi – alla sofisticazione di questi apparecchi, alla ricercatezza del design, alla standardizzazione delle dosi di caffè in capsule e cialde, oggi è più facile non rinunciare al piacere della pausa anche a casa.
A fronte di un’offerta così vasta, come scegliere il modello giusto per le nostre esigenze? Per saperne un po’ di più andiamo a conoscere come funzionano le macchine da caffè espresso e quali funzionalità offrono.
Come funzionano le macchine per il caffè
Le macchine per il caffè espresso per uso domestico funzionano esattamente come quelle del bar, ovvero a pressione. Il segreto dell’espresso consiste, infatti, nell’estrarre ad alta pressione gli aromi, gli oli essenziali e le altre innumerevoli sostanze che danno a questa bevanda il caratteristico gusto intenso.
Per ottenere un migliore risultato, la pressione esercitata dovrebbe essere compresa tra i 12 e i 15 bar. Indipendentemente dal fatto che venga impiegato caffè macinato, piuttosto che cialde o capsule, le moderne macchine da espresso hanno in comune gli elementi costitutivi e il funzionamento.
Infatti, nonostante le grandi differenze di design e soprattutto di costo, questi apparecchi sono composti da quattro elementi fondamentali: la caldaia, la pompa, il serbatoio dell’acqua e la coppetta del filtro.
La pompa spinge dal serbatoio l’acqua in pressione nella caldaia, dove raggiunge i 90 gradi di temperatura; raggiunta la gradazione predeterminata, l’acqua in pressione viene inviata al filtro per poi passare attraverso il beccuccio e finire, trasformata in caffè fumante, in una tazzina. La qualità del caffè dipende principalmente dalla pressione che spinge l’acqua nel filtro.
Più trascurabile è, invece, la potenza della resistenza che scalda l’acqua: questo dato, infatti, influisce sui consumi di elettricità, ma meno sul tempo di riscaldamento che, nelle macchine moderne avviene ormai in pochi minuti.
Le caldaie sono per lo più realizzate in alluminio, in acciaio inox oppure in ottone. In alcuni modelli, la caldaia non è presente e l’acqua viene riscaldata istantaneamente soltanto nella quantità necessaria per le singole tazzine.
Manuali o automatiche?
Le macchine da caffè espresso possono avere un funzionamento manuale oppure automatico.
Nel primo caso, la regolazione della quantità di caffè da erogare avviene manualmente spegnendo, al livello desiderato, l’interruttore.
Nelle seconde tutto avviene automaticamente: infatti, la presenza di un piccolo software regola in modo ottimale la dose di caffè e il tempo di funzionamento.
Alcuni modelli sono addirittura provvisti di macinacaffè incorporato che regola il tipo di macinatura (fine o grossa) e dosa esattamente la quantità di caffè da trasmettere al portafiltro.
Il loro utilizzo è molto semplice: basta scegliere sulla tastiera la quantità di caffè desiderata e premere il pulsante di avvio.
Macinato, cialde o capsule?
Le macchine per caffè espresso classiche, manuali e con caffè in polvere offrono la possibilità di una completa personalizzazione delle dosi e della pressione della polvere nel filtro, permettendo quindi ai “puristi del caffè” di scatenare la loro fantasia. L’aspetto negativo è rappresentato dal fatto che a ogni utilizzo occorre pulire il filtro ed eliminare i residui.
Le macchine da caffè espresso automatiche e a cialde (dosi di caffè racchiuso in un involucro di carta filtrante) o a capsule (dosi di caffè racchiuso in un piccolo cono di plastica chiuso da un sigillo in alluminio) offrono invece la comodità della monodose già preparata e compressa al punto giusto, oltre alla comodità di non avere filtri da pulire.
Cialde e capsule hanno conosciuto un vero e proprio boom negli ultimi anni. Questo è dovuto alla profonda trasformazione dell’offerta: fino a pochi anni fa, infatti, il mercato era dominato da pochi grandi operatori che imponevano, per l’utilizzo delle macchine, solo le cialde/capsule da loro fornite, in un sistema chiuso.
Successivamente, sono arrivati i sistemi aperti come l’Ese (Easy service espresso) che hanno imposto la dotazione di uno standard comune nella produzione delle cialde e della capsule che consentisse di utilizzare differenti marchi di caffè su macchine di marca diversa.
Per tutte le tasche
Il costo delle macchine da espresso “domestiche” varia tra i 90 euro ai 2.000 euro. Quasi tutte le macchine danno la possibilità di scegliere il numero di tazzine da preparare contemporaneamente, offrendo quindi supporti adatti, uno o due beccucci oppure filtri speciali.
Le macchine più economiche in commercio sono realizzate solitamente in plastica e leghe di metallo e si limitano a offrire la possibilità di estrarre il serbatoio e il raccogligocce per la pulizia dell’apparecchio.
Salendo di fascia, anche se con molte varianti, le macchine sono dotate di erogatore d’acqua calda e vapore e filtri per purificare l’acqua.
Le macchine top di gamma, quasi interamente realizzate in acciaio e alluminio, propongono varianti da incasso nei mobili della cucina con possibilità di collegamento alla rete idrica e scarico automatico dei fondi, hanno display a colori e alcuni piccoli tubi che permettono di pescare direttamente il latte da una caraffa, scaldarlo e schiumarlo.
Questi modelli possiedono inoltre programmi di pulizia interna e di decalcarizzazione.
La garanzia del Marchio IMQ
Le macchine per il caffè, come tutti gli apparecchi elettrici che funzionano con l’acqua, devono essere, anzitutto, sicure.
Quindi, è importante controllare che rechino il marchio IMQ che indica che hanno superato tutte le prove necessarie per verificarne il corretto funzionamento e la sicurezza elettrica.
A una macchina per il caffè che reca il marchio IMQ non capiterà mai di “scoppiare” perché, ad esempio, la pressione del serbatoio ha superato i limiti previsti.
Nei laboratori IMQ, infatti, questi apparecchi vengono sottoposti a tutte le prove di sicurezza, fra cui anche quella di pressione.
Altre prove specifiche riguardano l’ugello per la fuoriuscita del caffè e la caldaia.
Nel primo caso l’ugello viene bloccato volontariamente.
Nel secondo caso, la caldaia viene sottoposta a una pressione superiore a quella di normale funzionamento. Ebbene, anche in questi due casi estremi, gli apparecchi devono essere sicuri.
Altre prove riguardano più in generale la verifica della sicurezza elettrica (la macchina non deve provocare scosse), termica (l’apparecchio non deve surriscaldarsi innescando rischi di incendio o cortocircuito) e meccanica (l’apparecchio deve essere robusto e resistente). IMQ non si limita a certificare solo le macchine per il caffè di uso domestico.
Anche nel caso dei distributori automatici di bevande calde, IMQ garantisce la sicurezza dei consumatori, bambini compresi.
Una recente normativa prevede, infatti, che tali apparecchi vengano costruiti rispettando tre zone di accesso: zona a contatto con il pubblico, zona di caricamento e zona di manutenzione: tra queste, la prima e la seconda zona, in quanto destinate ad interventi di “non addetti”, devono rispettare requisiti di sicurezza estremi.
Basti pensare che IMQ, per le zone a contatto con il pubblico, nella prova di accesso alle parti in tensione, utilizza un dito di prova che ha le dimensioni di quello di un bambino.
Infine, per le classiche macchine da caffè da bar, così come per i distributori automatici, IMQ, oltre alla sicurezza elettrica, verifica che, come prevede la norma, siano rispettati i requisiti di “sicurezza igienica” nelle parti a contatto con gli alimenti. Inoltre, effettua prove specifiche sul livello di rumorosità dell’elettrodomestico.
Consigli di IMQ per l’acquisto
– Controllate che l’apparecchio rechi il marchio IMQ, garanzia di sicurezza certificata.
– Decidete se acquistare un modello che utilizzi cialde/capsule, o solo caffè in polvere o che offra entrambe le funzionalità. Nel caso scegliate un modello a cialde/capsule, verificate la possibilità di utilizzare la macchina con diverse marche di caffè monodose. Qualora l’apparecchio funzioni solo con le capsule fornite dall’azienda produttrice accertatevi che queste siano di facile reperimento.
– Nella scelta dell’apparecchio, più che il peso, considerate l’ingombro ed eventualmente il design. Le macchine da caffè sono elettrodomestici che non vengono posizionati in armadi o cassetti, ma rimangono sempre in vista, pronti all’uso. Inoltre devono poter essere collocate su una superficie stabile e che offra comodità di utilizzo.
– Considerate le vostre reali esigenze: preferite una macchina che prepari un solo caffè alla volta o più di uno contemporaneamente?
– Ricordate che per preparare un buon espresso, un apparecchio deve esercitare un’elevata pressione sulla polvere di caffè, compresa almeno tra i 12 e i 15 bar. Anche il serbatoio è un elemento importante: preferite quelli con una capienza media di 1-2 litri.
– Ai fini della pulizia, verificate sempre la facilità di smontaggio del gruppo che eroga il caffè, del serbatoio dell’acqua, del portafondo, del beccuccio del vapore e degli eventuali vani che contengono il caffè da macinare o la polvere macinata.
– Scegliete, se possibile, apparecchi con caldaia in materiale più resistente al calcare, quali l’alluminio, l’acciaio inox e l’ottone.
– Preferite modelli dotati di funzione di spegnimento automatico programmabile, che passi dallo stato pronto a quello standby dopo al massimo un’ora, limitando così il consumo di energia. Le spese per il consumo elettrico non sono da sottovalutare: in 10 anni, un buon apparecchio consuma circa 700 kWh di corrente, uno standard 1.700 kWh.
I costi del consumo elettrico ammontano, in 10 anni, a 98 euro per un buon apparecchio, e a 240 euro per un apparecchio standard. Dunque, a confronto, un buon apparecchio risparmia, in 10 anni, il 60% di corrente elettrica, corrispondente a un risparmio sui costi elettrici pari a 140 euro.
I consigli di IMQ per l’utilizzo
– Se la macchina risulta danneggiata non ricorrete al fai da te per aggiustarla ma rivolgetevi sempre a un tecnico specializzato.
– Collocate l’apparecchio su una superficie solida, a circa 20 cm da pareti o altri apparecchi in modo da favorirne l’aerazione.
– Prima della messa in funzione dell’apparecchio, controllate sempre che ci sia acqua nel serbatoio ed effettuate al primo utilizzo, seguendo le indicazioni riportate sul libretto di istruzioni, il caricamento del circuito.
– Utilizzate solo acqua fredda. Per evitare accumuli di calcare, che pregiudicano il buon funzionamento, usate acqua oligominerale in bottiglia, con un basso contenuto di calcio e di magnesio.
– Non togliete mai il portafiltro quando l’apparecchio è in erogazione.
– Date sempre tempo all’apparecchio di riscaldarsi e di raggiungere la temperatura d’esercizio.
– Riempite e svuotate il serbatoio sempre a spina disinserita.
– Dopo l’uso, sciacquate ed eliminate i residui di caffè dai filtri e dalla bacinella di scarico.
– Almeno una volta al mese, effettuate una pulizia generale, attenendovi scrupolosamente alle istruzioni riportate sul libretto.
– Ricordate che il “corpo macchina” non va immerso in acqua ma passato con un panno umido e morbido, che non graffi.
– Non consentite l’uso della macchina ai bambini che potrebbero scottarsi in particolare con l’ugello per l’emissione di vapore.
– In caso di smaltimento dell’apparecchio ricordate che va consegnato nei punti di raccolta specializzati per lo smaltimento degli apparecchi elettrici ed elettronici.
Gli “altri” caffè elettrici
– Macchina da caffè americano Sul mercato troviamo diversi modelli di questo tipo di macchina che si differenziano soprattutto per la capienza della caraffa. La caraffa, mantenuta a temperatura, offre il vantaggio di avere sempre una scorta di caffè caldo sottomano.
Il funzionamento della macchina americana è piuttosto semplice: l’acqua contenuta nel serbatoio superiore viene portata a temperatura di ebollizione da una serpentina e poi viene lentamente (in automatico) versata nel filtro sottostante contenente caffè non pressato. Si ottiene un infuso di caffè percolato che, grazie alla base riscaldante su cui si appoggia la caraffa, si mantiene caldo per alcune ore.
– Moka elettrica Il funzionamento della moka si basa sull’espansione dei gas riscaldati e utilizza questa proprietà per spingere il liquido verso l’alto. Il calore fornito dal fornello a gas o, in questo caso, dalla resistenza elettrica, scalda sia l’acqua del serbatoio, sia il sottile strato di aria che la sovrasta.
L’aria, scaldandosi, tende a espandersi e l’espansione dell’aria comprime l’acqua del serbatoio che come unico sfogo ha il beccuccio del filtro. Di conseguenza, l’acqua sale e fluisce (ad alta pressione) attraverso la polvere di caffè trasformandosi nella bevanda a tutti familiare. Infine, sempre spinto dalla pressione dell’aria calda, il liquido giunge nel vaso di raccolta superiore. Quando vi è ormai poca acqua nel serbatoio, questa arriva nel contenitore superiore assieme all’aria calda, dando luogo al familiare borbottio della caffettiera “quasi pronta”. Esistono molti modelli di moka elettrica.
Le novità riguardano la possibilità di utilizzo della moka anche nella preparazione del cappuccino grazie a speciali valvole che convogliano il latte scaldandolo e facendo comparire la tipica schiuma.