Food delivery antispreco. Sono 44 le aziende di Milano, Pavia e Provincia che hanno virato verso il delivery slow and conscious di Planeat per la pausa pranzo.
Tra di esse la tech company di sviluppo app Bending Spoons, il colosso del pharma Astrazeneca e la multinazionale dei software e delle Ai per il controllo visivo dei farmaci Sea Vision.
All’origine di questa scelta, che è un’alleanza di visioni e di azioni per tutelare le generazioni future, ci sono tre motivi fondamentali: il primo è combattere lo spreco alimentare, salvaguardando l’ambiente in termini di cibo non mangiato e dunque buttato, consumo di suolo e acqua ed emissioni di CO2 evitate; il secondo è di contribuire allo sviluppo di un’alternativa al sistema delle multinazionali del delivery che gioco forza, per stare in equilibrio, penalizza l’anello più debole della catena, ovvero il rider; ultima ragione, ma non per importanza, garantire un’alimentazione sana a prezzi equi.
Il modello di delivery slow and conscious di Planeat.eco – grazie a un sistema tecnologico altamente integrato – garantisce un pranzo completo e salutare a un prezzo medio di 6,2 euro che equivale al minimo stimato dall’Osservatorio di Federconsumatori per una pausa pranzo in una grande città come Milano.
Costo medio di una pausa pranzo a Milano e provincia
Secondo gli ultimi dati Istat resi noti a marzo 2024, il carrello della spesa continua a rincarare, nonostante l’inflazione si sia arrestata ormai da 3 trimestri sotto l’1 per cento. I dati del 2023 dicono che gli italiani hanno speso 9 miliardi di euro in più per mangiare.
Beni alimentari e bevande hanno registrato un aumento medio del 9,8%, costringendo 8 italiani su 10 a modificare le proprie abitudini di acquisto. Una delle voci che maggiormente incide sull’esborso finale è la spesa per la pausa pranzo. Come ha mostrato l’ultimo Osservatorio Nazionale Federconsumatori una pausa pranzo tipo – un piatto di pasta, un dessert, acqua e caffè – in una tavola calda, bar o self-service può costare fino a 14,89 euro al giorno (+8% sul 2019 e +176% vs 2001). Cifra che si abbassa a 10 euro se lo stesso tipo di piatti pronti vengono acquistati al supermercato e che scende a 4 euro circa comprando le materie prime di un pranzo preparato e portato da casa (come fa ormai circa il 40% dei lavoratori).
L’industria del food delivery: dati cifre e prospettive
Negli ultimi anni si è assistito a una crescita rapida ed esponenziale del food delivery. Con un giro d’affari cresciuto dai 70 milioni di euro nel 2015 fino a 1,8 mld nel 2022, il food delivery prevede la consegna di pietanze di fast food, ristoranti, dark kitchen e alcuni supermarket a domicilio. Ovviamente la pandemia ha dato un grosso slancio a questo mercato, mentre ora il sistema va assestandosi; alcuni attori minori sono falliti, altri sono stati inglobati dalle multinazionali. In termini di catena del valore, il food delivery è un sistema per cui al costo per l’acquisto del cibo, e a quello di consegna, va aggiunto un ulteriore sovraprezzo in termini di sostenibilità: traffico ed emissioni da una parte e dall’altra spreco alimentare. La preparazione di un pasto all’ultimo momento comporta, infatti, l’acquisto di materie prime in eccedenza che, oltre ad essere spesso sprecate, finiscono con l’alzare il prezzo della singola pietanza per venire ammortizzate.
Programmare significa risparmiare: cibo, soldi e CO2
Il modello Planeat.ecoPer uscire dalle dinamiche e dai prezzi rilevati dall’Osservatorio di Federconsumatori, o evitare lunghe maratone serali per preparare il pranzo del giorno dopo, è nata Planeat.eco con l’obiettivo di combattere lo spreco alimentare attraverso un’offerta di piatti in kit porzionati, lavati e dosati per cucinare a qualità sostenibile e prezzi democratici.
Dal 2023 Planeat.eco è entrata anche nel settore della ristorazione alle aziende con consegne di piatti pronti: il delivery slow and conscious della startup è una risposta sia al caro pausa-pranzo che alla ricerca della sostenibilità grazie alla stessa formula utilizzata per la spesa di casa. Ossia: massima contrazione della filiera dei fornitori, acquisto materie prime dosate sulla base degli ordini ricevuti (24 ore prima) e margini di guadagno dell’imprenditore volontariamente ridotti. Il risultato è una offerta a prezzi inferiori dal 50 al 70% cento di bar, tavole calde, fast food e self-service.
La programmazione, come già nell’economia di casa, diventa l’elemento chiave per risparmiare, essere sostenibili e seguire un’alimentazione varia ed equilibrata anche in ufficio.
Ai dipendenti delle 44 aziende che finora hanno scelto lo slow and conscious food delivery di Planeat.eco (tra queste AstraZeneca, Bending Spoons, SeaVision, BeSharp, Mind e Geico) viene richiesto di fare l’ordine per il kit pranzo entro le 11 del giorno prima, con la possibilità di arrivare fino alle 17 per alcuni piatti, fino ad esaurimento.
Ordinare il giorno prima consente di acquistare e preparare solo ciò che verrà effettivamente consegnato e consumato il giorno successivo con un risparmio di materie prime acquistate (che si traduce in prezzi più contenuti e maggiore sostenibilità).
L’ordine programmato ha, inoltre, un vantaggio anche in termini logistici: il giro di consegna può essere organizzato per tempo, in base alla distribuzione sul territorio dei clienti e in base al traffico, consegnando più pasti in un’unica sede e dunque evitando la logica del classico delivery che impiega i rider effettuando consegne last e singole, producendo molto più inquinamento in atmosfera e traffico. Non ultimo: con questo sistema il cibo può viaggiare su mezzi di traporto di proprietà refrigerati (evitando il rischio di contaminazione batterica, come è stato denunciato per i cibi trasportati nei borsoni dei rider) e con personale logistico regolarmente assunto e retribuito.
Mangiare sano, vario e sostenibile con 5/7 euro in centro a Milano
Il modello di delivery programmato messo a punto da Planeat.eco consente dunque di portare ai lavoratori di un’azienda (ma anche studi professionali e piccole realtà) un pasto regolare, composto per esempio da pasta corta al ragù, insalate di patate e fagiolini, un panino e frutta tagliata a un costo di 5 euro oppure un piatto di riso venere con verdure, una tartare di gamberi o una lasagna fatta in casa e una porzione di arrosto a 7 euro. Avanzando anche qualche spicciolo, i dipendenti possono scegliere se aggiungere il credito alla pausa pranzo del giorno successivo oppure accumularlo sulla piattaforma (che accetta tutti i principali buoni pasto) per una spesa di casa.
Dichiara il fisico, founder e ceo di Planeat.eco, Nicola Lamberti (ex Trovaprezzi): “Massimizzare il bene comune e rendere la sostenibilità accessibile a tutti è la mission con cui è nata Planeat. Obiettivo che raggiungiamo capovolgendo il paradigma classico d’impresa: perseguire profitti minori sul singolo pasto per raggiungere il più ampio bacino possibile con un modello economicamente sostenibile e premiato dalla fiducia di azionisti di lungo corso come quelli entrati nel nostro capitale. Promuovere il maggiore cambiamento possibile e rendere questo mondo un pochino migliore di come lo abbiamo trovato per consentire una partita in cui tutti i giocatori (aziende, fornitori, utenti, pianeta) possano giocare la propria carta per il bene comune è la filosofia che ci guida”.
Planeat.eco è una piattaforma innovativa che realizza un nuovo modo di fare la spesa sostenibile per l’ambiente, per l’economia del territorio e per la salute. Nata a marzo 2020 dall’iniziativa dell’imprenditore Nicola Lamberti (già fondatore di 7Pixel e Trovaprezzi), Planeat.eco è una Società Benefit partecipata da StarTIP, Mercurio Holding e HB4. La società integra nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera. Attraverso il sito e tramite l’app Planeat.eco, gli utenti possono fare la spesa alimentare in modo semplice e veloce, partendo dalle ricette e ricevendo a casa tutti gli ingredienti pronti per la preparazione, pesati e divisi in contenitori compostabili (presto sostituiti da contenitori lavabili e riutilizzabili): non si spreca cibo e non si producono rifiuti da packaging. Il meccanismo premiante è quello della pianificazione che permette di ottimizzare risorse e, quindi, di ridurre sprechi di tempo ed energia, impattando sempre meno sull’ambiente: dal suo lancio Planeat.eco ha finora gestito circa 320.000 ordini (di cui 290mila con il servizio aziende e 33mila con le spese dei clienti privati) e “salvato” quasi 60 mila tonnellate di cibo. Il servizio aziende si integra completamente nella filosofia di Planeat: i dipendenti possono scegliere ogni giorno il loro pasto tra 50 piatti freschi che variano tutte le settimane, e riceverlo comodamente (previa ordinazione entro le 11 del giorno prima) in ufficio. Qualora il costo sia inferiore al ticket pranzo previsto, i crediti possono essere caricati sul profilo privato del dipendente e donati in beneficienza per i pasti sospesi, oppure accumulati per la spesa di casa. Lato ambiente, i contenitori con cui vengono consegnati i kit per la pausa pranzo sono tutti compostabili e riciclabili (come per la spesa privata); dal 2024 è attiva una sperimentazione con alcune aziende per utilizzare contenitori lavabili, andando così a risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti. Il pranzo, dunque, viene consegnato in contenitori che Planeat ritira ogni giorno al termine del pranzo; i contenitori poi vengono sterilizzati e infine riutilizzati. infine, lato aziende, Planeat offre sia la possibilità del comodato d’uso per il microonde, oppure anche servizi ad hoc di mensa co-gestita e di linea self.