Evolversi dai dinosauri. Le nuove generazioni scelgono le aziende la cui missione è allineata ai loro valori e lo stipendio non è più la sola motivazione e questo vale soprattutto per i più capaci, che possono competere su un mercato globale.
La cartina tornasole del nuovo patto è quando i valori dell’azienda diventano parte della loro vita anche al di fuori dell’orario lavorativo.
Tutto ciò ovviamente non può avvenire se l’azienda si limita a perseguire il profitto, adeguandosi solo formalmente ai criteri ESG.
L’azienda deve fondarsi su una missione in cui tutti gli stakeholder sono coinvolti, a cominciare dalle persone che con il loro lavoro ne determinano il successo.
La tecnologia è la risposta?
Solo parzialmente. Le tecnologie digitali e, in particolare, le applicazioni di Intelligenza Artificiale, sono fattori abilitanti e acceleratori di innovazione nel nuovo mercato del lavoro, ma comportano anche effetti indesiderati, soprattutto rispetto alla dimensione sociale.
Società e tecnologia si muovono a velocità differenti: l’uomo non riesce a tenere il passo dell’innovazione tecnologica, adattandosi.
Inoltre, anche lo stesso processo innovativo, in quanto processo collettivo non lineare, rischia di diventare vittima della logica binaria, calcolatrice del digitale.
Il rischio è erodere la creatività umana a scapito dell’efficenza tecnologica
La soluzione non è ovvia e l’equazione: soluzione del problema uguale nuova tecnologia imposta da un facile soluzionismo consulenziale nasconde la complessità del problema.
Serve piuttosto una reale presa di coscienza del tema e la ricostruzione delle fondamenta di questo nuovo mercato del lavoro, investendo in competenze e resilienza sociale e favorendo sperimentazioni tra pubblico e privato.
Il “bel Paese” invecchia
Per alimentare innovazione e sviluppo deve, come tutte le grandi economie dinamiche, attrarre i talenti dal resto del mondo.
Le università milanesi hanno saputo cogliere l’opportunità, diventando un’alternativa alle università americane e britanniche. Questi sono i primi hub di una “Global Italy” attraente per vivere e lavorare.
Progetti come MIND – Milan Innovation District lo sono ugualmente. Da qui la necessità di mettere l’accento sulla diversità e abbracciarla in tutte le sue espressioni. Ma questo è un valore, non il solo frutto del calcolo economico.
La diversità si ama, non si tollera.
PlusValue, fondata nel 2015, con sedi a Londra e Milano, è una società di advisory che da anni supporta istituzioni ed aziende leader di settore ad adottare nuovi modelli di crescita sostenibile. Operando al crocevia dei temi di innovazione e sostenibilità, PlusValue è leader nello sviluppo di importanti progetti di trasformazione urbana, affiancando aziende di real estate nella valorizzazione di asset esistenti, come nel caso di MIND – Milano Innovation District, partnership pubblico-privata per lo sviluppo del più grande distretto dell’innovazione in Italia sulle Scienze della vita e lo sviluppo urbano sostenbile.
Da anni inoltre lavora sui temi della finanza ad impatto con Banca Europea degli Investimenti, Nazioni Unite e investitori privati.
Autore: Filippo Addarii, Founder PlusValue