Dow Jones Financial Information Services: guadagni per alluminio e rame entro 2009. Non saremmo sorpresi se i mercati dei metalli saranno interessati da un rally a fine anno. Le nostre analisi richiamano per il restante 2009 ancora significativi guadagni sia per l’alluminio, sia per il rame. Sul London Metal Exchange (Lme), i prezzi cash dell’alluminio potrebbero anche salire dell’8%, mentre il rame potrebbe essere interessato da rialzi di oltre il 10 %. Riteniamo che il mercato dell’alluminio sia sulla buona strada verso il sorpasso dello spartiacque dei 2.000 USD/t in due o tre settimane. Proprio come anticipato nell’ultima analisi, entrambi i metalli hanno segnato buoni guadagni nelle ultime due settimane. Dati economici positivi, mercati azionari in rialzo e dollaro debole continuano a supportare i prezzi dei metalli industriali.
Tuttavia, se i fondamentali sono in miglioramento, non necessariamente essi giustificano i recenti guadagni. Raccomandiamo dunque cautela sulle eventuali correzioni nei mercati dell’alluminio e del rame. Recenti indicatori economici suggeriscono che il consumo è in via di ripresa. L’interesse all’acquisto di Cina e Brasile è robusto e la domanda per trasporti e costruzioni sta migliorando in Nord America e in Europa. Le scorte sono costantemente in calo. Nei magazzini Lme gli stock di alluminio si stanno asciugando, anche se rimangono complessivamente a livelli alti. La curva forward si è mossa ancor più verso una situazione di backwardation nell’ultima parte della curva. Che indica problemi nell’offerta nell’ultima parte del 2010. Allo stesso tempo, i livelli di produzione sono in crescita globalmente. Gli Usa hanno aumentato l’output di ottobre del 22% su base mensile.
La Cina sta facendo ripartire la capacità precedentemente stoppata e sta ne mettendo in moto di nuova. Questo fa presagire nuovi livelli record per la produzione cinese di fine 2009. Nel frattempo, la Cina sta rallentando le importazioni di alluminio. A ottobre, l’import era in aumento “di appena” il 31%, rispetto a percentuali che altrove hanno raggiunto in precedenza tra il 90% e il 450%. Come risultato dell’accresciuto output domestico, lo spread Lme/Shfe si è ristretto, facendo perdere appeal ai materiali di importazione. Ci attendiamo una continuazione del trend di debolezza negli arrivi di alluminio nei porti cinesi.
Il rame ha partecipato anche al rally dei mercati e delle commodity visto precedentemente. Tuttavia si pensa che i prezzi potrebbero essere andati più velocemente dei fondamentali. Sul Lme, il rame ha toccato i 6.865 USD/t . La curva è quasi piatta, con le quotazioni oscillanti tra 6.700 USD/t e 6.735 USD/t per le consegne fino al 2012. Questo rispecchia l’insicurezza dei mercati rispetto a domanda e offerta. Il lato dell’offerta sembra comunque in salute.
Gli stock Lme sono in crescita così come i materiali nei magazzini a Shanghai. Allo stesso tempo, la Cina produce rame a livelli record. Tuttavia, come sul mercato dell’alluminio, la riduzione dello spread tra prezzi Shfe e Lme ha fatto ridurre gli arrivi in Cina. Il lato della domanda intanto sembra stabile, con la ripresa economica che avanza nei paesi industrializzati. Tuttavia, la commisione cilena sul rame Cochilco ha messo in guardia contro l’oscillante domanda cinese del metallo per il 2010: l’interesse della Cina verso gli acquisti, dicono, potrebbe infatti calare del 17% su base annua. In generale, riteniamo che il trend al rialzo sia comunque intatto. Potrebbero però esserci dei blocchi nella salita dei prezzi a causa di rallentamenti nell’offerta a breve termine in caso di scioperi. I prezzi potrebbero dunque risultare molto sensibili ai flussi di notizie.
Acciaio/Prezzi dei piani scenderanno più dei lunghi Continuiamo a essere più ribassisti sul mercato dei lunghi rispetto a quello piani. In realtà, il nostro outlook per entrambe le tipologie di acciaio si è deteriorato dall’ultima analisi.
Se alla fine di ottobre avevamo anticipato una perdita dei prezzi tra il 5% e il 10%, oggi riteniamo probabile che sopraggiunga un calo superiore al 10% dai valori della fine del mese scorso. Invece prevediamo che le perdite nel segmento dei lunghi saranno più moderate per il restante 2009. I prezzi potranno scendere di circa il 5% rispetto alla fine di ottobre. Nelle ultime due settimane ci sono stati molti fattori che hanno condizionato il nostro outlook in negativo. In primo luogo, ci preoccupa la debolezza dei fondamentali del mercato.
Gli stock iniziano a salire e i buyer diventano più cauti. Inoltre, la forte crescita produttiva continua a minacciare l’equilibrio del mercato, nonostante i segnali di leggera ripresa della domanda reale. Tuttavia, se la sovra-offerta appare un problema globale, la situazione in Cina continua a peggiorare più che altrove. Ciò è riscontrabile, ad esempio, nelle quotazioni dei contratti future sui lunghi allo Shanghai Futures Exchange (Shfe). I contratti con consegna a fine 2010 si scambiano a livelli molto più alti rispetto ai contratti con consegna a breve termine. Ciò indica che i buyer sono ora restii a fare nuovi acquisti a causa dell’abbondanza di materiali. I premi dei future sui prezzi cash sono molto più alti sul mercato del tondo per c.a. che su quello della vergella. Il segmento del tondo è quindi maggiormente caratterizzato da sovra-offerta rispetto al segmento della vergella.
Crediamo che la situazione in Cina andrà presto ancora più fuori controllo. Tassi di interesse più bassi, una valuta legata al dollaro Usa e la crescita vigorosa dell’economia del paese sono tutti fattori alla base di un’insostenibile crescita della produzione e dei prezzi domestici. La bolla scoppierà presto, a meno che la domanda domestica non si impenni alla stessa velocità dell’output, ma noi dubitiamo che ciò accadrà. Le acciaierie cinesi saranno dunque incentivate a esportare i materiali. La guerra commerciale tra la Cina e gli Stati Uniti è indicativa di quanto gli americani, come gli europei, siano sempre più diffidenti rispetto a un acciaio cinese troppo a buon mercato. La situazione europea, in raffronto, appare molto più rasserenante.
Sul London Metal Exchange (Lme) i premi sui future sono decisamente più bassi che a Shanghai. Ciò indica che gli europei hanno avuto più successo della controparte asiatica nel guidare il mercato dei lunghi verso un equilibrio. Nel frattempo, anche la sovra-offerta di piani sul mercato in Europa è massiccia. Ciò nonostante, i livelli di produzione hanno continuato a crescere nell’Unione europea a 27. La Germania, tra le altre, è riuscita ad incrementare l’output per cinque mesi consecutivi. La capacità delle acciaierie domestiche si attesta ora all’80%, rispetto al 50% di aprile.
La quantità di commesse è anch’essa promettente. Tuttavia, il processo di rifornimento dei magazzini si è stabilizzato e alcuni temono che l’interesse degli acquirenti scenderà di nuovo nell’ultimo trimestre 2009. In aggiunta ai fondamentali deboli, i costi di produzione dell’acciaio sono anch’essi calati negli ultimi mesi e ciò significa che le acciaierie sono in ritardo nell’offerta di prodotti a prezzi più convenienti. Per gli acquirenti europei, un dollaro debole significa che i beni prezzati in euro scenderanno ancora di più.