Dow Jones Financial Information Services: alluminio: lancio ETF (Exchange Traded Funds), previsto nell’arco dei prossimi mesi, contribuirà a rendere ancora più evidente la situazione di carenza dell’offerta spingendo al rialzo il prezzo del metallo scambiato sul London Metal Exchange (Lme) e dei premi locali.
È questa la previsione sugli scenari futuri dei prezzi dell’alluminio raccolta da AcciaioReport dopo aver interpellato alcuni dei maggiori broker britannici. “Chiariamo subito una cosa – dicono da Barclays – dal punto di vista macroeconomico stiamo assistendo a un’ottima tenuta della domanda come abbiamo potuto constatare direttamente nel corso dell’ultima conferenza in Bahrain organizzata da Metal Bullettin.
Alcuni dei maggiori fornitori di alluminio primario continuano a registrare il rafforzamento della domanda in Asia e in alcuni parti dell’Europa, in particolare in Germania. In leggero rallentamento appare la domanda dall’America latina che però rimane sostanzialmente robusta”.
Lo scenario tracciato da Barclays in effetti trova conferma nell’andamento delle scorte di alluminio presso il Lme, che dall’inizio dell’anno hanno registrato un calo inaspettato del 3,6% poco sopra 4,445 milioni di tonnellate nonché dagli stessi premi locali che hanno abbondantemente superato i 200 USD/t dai 90-100 USD/t di inizio anno.
La domanda tra i buyer industriali tuttavia è: ammesso che la domanda sia realmente così forte, com’è possibile che i prezzi continuino a salire in presenza di uno strutturale eccesso di offerta? Ci pensa un analista di MF Global a rispondere: “La ragione che spiega la tensione cui stiamo assistendo sul mercato dell’alluminio è da ricercarsi nei cosiddetti accordi finanziari, ossia delle manovre di trading da parte di player professionali che, sfruttando la condizione di contango nella curva forward, comprano scadenze a breve termine per rivenderle a lungo termine, lucrando sul differenziale. In virtù di queste manovre oggi circa il 75% delle scorte Lme è praticamente bloccato da accordi finanziari”.
Stando al broker, ci sono bassissime probabilità che il trend inverta la rotta, per lo meno nel breve termine. “In primo luogo – dice – bisogna ricordare che, dopo una breve parentesi in cui era finita in backwardation, la curva forward dell’alluminio è tornata in contango, spingendo così molti trader ad allungare le posizioni sugli accordi finanziari o addirittura a siglarne di nuovi contribuendo a rendere più teso il mercato”.
Nel corso delle ultime settimane alcuni trader sono rimasti anche sorpresi dal recente dato sulla produzione di alluminio in Cina nel mese di agosto che ha toccato sorprendentemente il livello minimo dal mese di gennaio a 41,258 milioni di tonnellate.
Difficile però pensare che il dato di agosto sia l’inizio di una nuova fase per il settore dell’alluminio cinese.
Il dato ha indubbiamente risentito della decisione del governo cinese di ridurre l’output al fine di raggiungere gli obiettivi di riduzione dei consumi energetici del 20% entro la fine dell’anno.
Tuttavia, al momento il livello dei prezzi non è così basso da giustificare una generalizzata e perdurante riduzione della produzione.
Secondo i trader londinesi dunque la vera terza ragione che spiega il rally dei prezzi è da ricercarsi nel prossimo lancio da parte della trading house Glencore di un ETF sull’alluminio.
L’ETF è un fondo di investimento che ricalca fedelmente l’andamento del contratto Lme proprio come un titolo azionario.
Essendo un contratto finanziario basato sull’alluminio non può essere ‘virtualè ma deve aver come sottostante una certa quantità di materiale fisico corrispondente al numero di posizione aperte.
Questo lascia intendere che qualora abbia successo tra gli investitori si potrebbe assistere a un flusso di materia prima in favore dell’ETF aumentando la carenza di materiale sul mercato.