IBM: come funziona il Cloud Computing. Immaginiamo una vasta rete di data center — una “nuvola” in cui sia possibile utilizzare un insieme eterogeneo di risorse distribuite di elaborazione – e perfino di supercomputing – a qualsiasi scopo: dalle quotidiane attività d’impresa alle mappe integrate su un telefono mobile, e aggiornate con informazioni sul traffico in tempo reale, alla ricerca sulle strutture genomiche o sulla modellazione proteica.
IBM è in grado di aiutare i clienti a creare ambienti di Cloud Computing all’interno dei loro firewall per consentire l’utilizzo delle risorse esistenti in modo analogo a Internet, con il massimo accesso e una scalabilità illimitata.
IBM individua due approcci principali, cloud pubblico e privato, che combinandosi danno vita a tre modelli complementari:
1) Cloud Pubblica: le attività/funzioni IT sono fornite “sotto forma di servizio” attraverso Internet, il che permette di accedere a servizi basati sulla tecnologia senza dover conoscere, controllare o avere esperienza con l’infrastruttura tecnologica cher li supporta. 2) Cloud Privata: le attività/funzioni IT sono fornite “sotto forma di servizio” attraverso l’intranet aziendale. Viene creata dall’azienda per gli utenti interni e la distribuzione di tutti i servizi e di tutte le risorse avviene all’interno del firewall aziendale.
3) Cloud Ibrida: integra i modelli precedenti. In questo modo l’IT può accedere sia ai servizi cloud esterni (pubblici) sia interni (privati) in base alla strategia e ai processi di governance stabiliti.
Il mondo del Cloud Computing è caratterizzato dal concetto “as a service”, cioè il poter usufruire dei componenti dell’IT come se fossero dei servizi.
Partendo dal basso dei servizi IT, abbiamo:
– IaaS – Infrastructure as a Service: i servizi cloud di questo tipo mettono a disposizione macchine virtuali con il proprio sistema operativo, dischi virtuali,reti virtuali, ecc (es. IBM Smart Business Test and Development Cloud e IBM Smart Business Storage Cloud) – PaaS – Platform as a Service: in questo caso viene messo a disposizione un modello di sviluppo applicativo e il suo “runtime”, cioè l’ambiente dove poi eseguire queste applicazioni (es. Google AppEngine)
– SaaS – Software as a Service: cioè la fruizione di un applicativo direttamente dal web (es. IBM LotusLive)
I clienti utilizzano oggi questi ambienti aziendali di Cloud Computing, anche connettendoli ad ambienti ibridi che condividono con IBM, per consentire un controllo senza precedenti sulle risorse di elaborazione in base all’evoluzione delle esigenze aziendali.
Inoltre, IBM fornisce il proprio portafoglio di servizi di cloud computing e mette in condizione la propria vasta rete di partner e ISV (Independent Software Vendor) di progettare, fornire e commercializzare tali servizi.