Antartide il Cuore Bianco della Terra
Autore Carlo Baroni
Editore Studio Enrico Rainero
Anno di pubblicazione 1991
ISBN 88-85700-18-7
– Edizione bilingue: italiano – inglese
Pubblicato nell’anniversario del Trattato Internazionale Antartico (1961 – 1991)
Forse un giorno, se i governi arriveranno ad un tale livello di responsabilità, verrà deciso di mantenere intatti, come “Parchi Mondiali”, gestiti dalla Comunità Internazionale, quei territori nel mondo strategicamente vitali per la qualità della vita. La Comunità Scientifica Internazionale potrebbe così esprimere tutta la sua autorevolezza ed autonomia ed applicare i risultati delle proprie ricerche su concrete problematiche ambientali, finalmente non più gestite in modo emotivo e superficiale come spesso oggi succede.
Il primo esempio di questa extraterritorialità potrebbe essere l’Antartide, seguito, perché no, dalla Foresta Amazzonica, dalle aree polari settentrionali, dal deserto del Sahara, dagli ambienti marini… Una decisione in apparenza meno vantaggiosa economicamente (e quindi politicamente) nell’immediato presente, ma più lungimirante nella prospettiva di un villaggio globale, contraddistinto dai vantaggio ed i malesseri sempre più condominiali
Esiste un territorio, all’interno di ognuno di noi,
che non appartiene al banale quotidiano.
E’ uno spazio, nascosto dentro la nostra anima,
dove confluiscono i nostri sogni e le nostre ricerche, assetate di conoscenza,
da dove nascono gli incubi primordiali e dove terminano i desideri.
Ci si arriva dopo un lungo viaggio attraverso un Oceano
che ci fa poco a poco dimenticare la vita normale.
Lo si sorvola come in un sogno,
dove la realtà sono le ombre bianche
create dal bianco.
E’ uno spazio silenzioso,
dove bisbigliano i nostri dialoghi ideali con gli altri,
dove ci eleviamo e risolviamo interiormente
i conflitti della realtà che viviamo.
La nostra sopravvivenza è legata al saper riconoscere ed affrontare
quello spazio primitivo,
al saperlo penetrare senza alterarne l’essenza,
al sapersi avvicinare alla meta nonostante le bufere di vento,
che portano ancora nel proprio sibilo
il respiro di chi ci ha preceduto
ed attendono coloro che ci seguiranno.