Verso la città che apprende: a Bologna 16 maggio. Riflettere sulla città che apprendono, mettendo attorno al tavolo imprese, pubbliche amministrazioni e comunità che si adoperano per la formazione continua. Attraverso spazi e relazioni per migliorare e qualificare le competenze delle persone. O con nuovi modelli per l’adattabilità ai cambiamenti tecnologici e organizzativi.
Ma come stringere alleanze tra gli attori? Come rendere stabili, sistemiche e durature le pratiche in campo, anche allargando le propettive? Come rendere le comunità in grado di percepire e comprendere attivamente il cambiamento? Quali sono le pratiche e i modelli e come coordinare le attività?
Quale ruolo per il pubblico?
Una città che apprende è un insieme di comunità propense alla costante manutenzione delle proprie competenze. Senza una città che apprende non c’è inclusione nè competitività.
Il punto di vista della città di Bologna è interessante: da parte del Comune è stato firmato un accordo con il MIUR per coordinare le attività su digitale e alternanza scuola lavoro.
Nel territorio sono molte le aziende e le comunità con esperienze di frontiera.
Attraverso due tavole rotonde e un worskhop di codesign, l’obiettivo è creare un punto di incontro tra operatori del settore formale e non formale. Tra pubblico, privato e no profit, come disegnare una città come un luogo di apprendimento continuo per tutti i cittadini?
L’incontro si tiene lunedì 16 maggio ed è organizzato dall’Unità EPALE – Indire (Istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa) presso l’Istituto di Istruzione Superiore Aldini Valeriani. Qui il modulo iscrizione per partecipare.
Programma:
9.30 Salvatore Grillo, Dirigente Scolastico ISS Aldini Valeriani
– Lorenza Venturi, Capo Unità EPALE Italia
– Alessandro Valera, Direttore Ashoka Italia
– Damien Lanfrey, Chief Innovation Officer MIUR
– Giacomo Capuzzimati, Direttore Generale Comune di Bologna
– Antonio Danieli, Fondazione Golinelli
Presentazione della piattaforma europea EPALE, Daniela Ermini, Unità EPALE Italia
ore 10.45-11.00 COFFEE BREAK
11.00-12.30 tavola rotonda: “Come misurare e mettere a sistema le competenze informali tra pubblico, privato e noprofit”
– Gianluca Dettori, venture capitalist Barcamper Garage
– Paolo Gargiulo, Head of People Italy di YOOX NET‐A‐PORTER GROUP
– Barbara Busi, Aster – rete Mak-ER
– Annibale D’Elia, Associazione In InnovareXincludere
– Alessandro Valera, Direttore Ashoka Italia
– Damien Lanfrey, Chief Innovation Officer MIUR
Modera Michele d’Alena (Comune di Bologna)
12.30 -13.30: interventi di attori locali: “Come misurare e mettere a sistema le competenze informali in città”
– Anna Romani, Baumaus
– Andrea Sartori MakeInBo – FabLab Bologna
– Nicoletta Tranquillo, Kilowatt
– Matteo Fortini, Comunità open data
– Sara Roversi, future food institute
– Claudia Iormetti, Open Group
– Saverio Cuoghi, Coordinamento didattico Progetto Cna Verso il futuro
– Federica Tarsi, ARCI Bologna
Modera Simone Ravaioli (Bestr Cineca)
13.30 – 14.30 Pranzo
14.30 – 16:30 Laboratorio di co-design per coprogettare la città apprendista, partendo dal territorio e dalle sue competenze informali, dalle Aldini Valeriani e dal quartiere Navile di Bologna
Animatori: Alessandro Pirani e Arianna Toniolo
Interventi di apertura di Gianluca Dettori (Barcamper Garage), Salvatore Iaconesi e Oriana Persico (Art is Open Source).
sfide:
– La Grande sfida per la città è misurare la competitività dei territori attraverso la misurazione delle sue competenze informali.
– Bologna e Navile come luogo nazionale delle sperimentazioni di un metodo. Necessità mettere in moto meccanismi sociali positivi.
– Le Aldini Valeriani che vorrei.
– La creatività come motore generale del cambiamento non solo negli stili di vita o nella gestione del tempo libero, ma anche nelle attività produttive e nel lavoro.
Creativity Index quale indicatore complessivo della creatività, composto dal mix di quattro fattori:
1) rapporto tra classe creativa e totale della forza lavoro
2) innovazione, calcolato come numero dei brevetti pro-capite.
3) presenza dell’industria high tech
4) diversità.
Ciò che contraddistingue i creativi è la compresenza dei tre fattori T: Tecnologia, Talento e Tolleranza. La creatività riesce a questo punto a diffondersi nelle organizzazioni produttive tradizionali, ad incentivare all’impegno personale, a portare più in alto in un circolo virtuoso le frontiere produttive. Linea guida è quella delle élites della città creativa, basata sulle 3T di Richard Florida ovvero Tecnologia, Talento e Tolleranza, con la reale esistenza di un capitale umano misurabile e spendibile.
Temi principali
Quartiere sociale innovation; Social lab; design thinking, valorizzazione delle competenze informali