Adaci compie 40 anni di attività. L’Associazione Italiana di Management degli Approvvigionamenti, che rappresenta il punto di riferimento culturale per i professionisti degli Approvvigionamenti e Supply Management, celebra i 40 anni di vita. In questo periodo di tempo il paese è cambiato profondamente, e con esso si sono evolute le esigenze delle ziende e di conseguenza i metodi di acquisto.
L’Associazione ha sempre costituito il punto di riferimento per la promozione dell’innovazione della categoria professsionale e dei propri associati.
Oggi ADACI è strutturata in 6 sezioni territoriali, che annoverano oltre 1.500 professionisti appartenenti alle principali aziende italiane.
Al suo interno operano diversi Gruppi di Lavoro e di Interesse Professionale dislocati su tutto il territorio nazionale. Ciascun Gruppo è specializzato in una specifica merceologia.
ADACI rappresenta il vero valore aggiunto per la cultura di coloro che acquistano per conto delle proprie aziende, la community professionale di maggior prestigio nel campo degli Approvvigionamenti.
Il Presidente di ADACI, Francesco festa, ha così sottolineato l’Anniversario:
“ADACI compie 40 anni e costruisce il proprio futuro su tre pilastri: Persone, Conoscenza e Concretezza.
Persone, conoscenza e concretezza sono i filoni che il presidente Francesco Festa indica come indispensabili alla crescita, una realtà sulla quale si costruisce, giorno per giorno, l’innovazione di una professione che muta rapidamente e che comporta la capacità di adattarsi a situazioni e scenari continuamente diversi.
Le persone sono il primo pilastro del nostro percorso, e con ciò intendo la ricchezza dell’esperienza e quella della personalità, l’aspetto conviviale e quello riflessivo, la conoscenza professionale e quella umana.
La convivialità è ancora assolutamente importante perché significa conoscenza dell’altro nella sua complessità e diversità. Ma è indubbio che lo scambio di esperienze professionali diventa sempre più importante. Oggi c’è molta più scientificità nella nostra professione: fino a qualche anno fa si privilegiava soprattutto l’aspetto negoziale e quindi l’analisi e l’indagine psicologica, ora invece, nella competitività globale siamo certamente più “tecnici e metodologici”, quasi “matematici.
Adaci ha sempre puntato sulla Formazione, con la F maiuscola, ribadendo l’importanza dell’aggiornamento costante su mercati, trend economici, tendenze dei prezzi di materie prime, semilavorati e servizi, ma anche sulle nuove metodologie, sulle tecniche e sugli strumenti di lavoro, in una parola sull’innovazione. Un patrimonio che cresce, si autoadatta alle diverse realtà aziendali e si trasforma e che attraverso l’associazione viene condiviso con l’obiettivo chiave di stare sempre al passo, se non anticipare, le tendenze e i mutamenti che caratterizzano il settore e che avvengono a ritmi straordinariamente rapidi e che quindi impongono capacità di reazione altrettanto rapide.
Il terzo importante pilastro sul quale si fonda l’evoluzione di Adaci: la capacità di dare concretezza ai grandi slogan che animano la scena del cambiamento: globalizzazione, internazionalizzazione, corporate social responsibility, sostenibilità, tanto per citarne alcuni. L’associazione ha il compito sempre più difficile e complesso, ma proprio per questo sempre più avvincente, di catalizzare e metabolizzare questi mutamenti, trasformandoli, attraverso incontri, dibattiti e attività, in un concreto bagaglio professionale, a disposizione di tutti i soci e della cosiddetta società civile.
Del resto è proprio questo approccio a consentirci di entrare sempre più efficacemente nelle università, negli osservatori e nel mondo delle imprese. La capacità di entrare nei fatti e non solo di parlare di concetti astratti, maturata negli anni, è anche capacità, come ci è stato riconosciuto da più parti, di anticipare molti dei grandi mutamenti.
Lungo il cammino anche le persone si muovono rapidamente: qualcuno si perde, qualcuno si affaccia con curiosità. Ai più anziani si chiede la capacità di trasmettere, con trasparenza e voglia di comunicare, il proprio bagaglio di vita professionale, ai giovani si chiede l’umiltà di raccoglierlo e farlo proprio e di dare il proprio contributo alla vita associativa Fondamentale per tutti è avere come riferimento il change management, ovvero la capacità di “cambiare la testa”.…o meglio…”gestire bene il cambiare la testa” Insomma, l’adattabilità necessaria a far sì che l’evoluzione non diventi fallimento ma sia uno sguardo sempre puntato al futuro con la consapevolezza di avere gli strumenti per affrontarlo.”